Sito: www.bengalsbrescia.it
La storia dei Bengals ha inizio nella primavera del 1989: un gruppo di amici reduci dall’esperienza con i disciolti Steel Tigers Cremona decide che è giunto il momento di creare una nuova realtà sportiva nella propria città, con pochi mezzi ma con grande passione fondano così l’AS BRESCIA BENGALS AFT. Quei primi pionieri radunando intorno a sé un manipolo affiatato di atleti che costituirà il nucleo storico della compagine bresciana. Nell’autunno dello stesso anno i Bengals debuttano già nel campionato nazionale di serie B, l’entusiasmo delle tigri non è però sufficiente a superare le inevitabili lacune organizzative e la limitata esperienza del gruppo, la stagione termina così con un bilancio negativo. Il 1991 è l’anno del riassetto, importanti cambiamenti nell’organigramma societario portano alla presidenza Virgilio Baresi, il tasso tecnico della squadra viene inoltre notevolmente innalzato con l’acquisizione dai Lions di Bergamo dell’esperto quarterback Diego Orfeo che si rivelerà negli anni successivi una figura fondamentale per la crescita dei Bengals. Nel 1992 la dirigenza rivoluziona la conduzione tecnica della squadra ingaggiando direttamente dai milanesi Pharaones campioni d’Italia coach Cereda, il nuovo staff di allenatori (insieme a Cereda arrivano gli assistenti Susta e Margnini) fa compiere finalmente ai Bengals l’atteso salto di livello, giungono le prime vittorie e con esse la promozione in Serie A2.
Il salto di categoria non spaventa le Tigri che pur vedendosi contrapposte squadre di livello nazionale centrano nella stagione 1993 un importante risultato per il morale delle numerose nuove leve, quattro vittorie stagionali ed un’onorevolissima classifica finale. I Bengals cominciano in questa stagione un lungo pellegrinaggio che li porta a diffondere la conoscenza del football anche nel territorio provinciale. Sono così le amministrazioni comunali di Montichiari, Calvisano, Iseo e Villanuova ad accogliere nei propri impianti gli incontri casalinghi della compagine bresciana, la dirigenza decide inoltre nell’ottica di un impegno sociale che contraddistinguerà sempre l’attività della squadra di devolvere in beneficenza gli incassi delle partite. Il costante afflusso di ragazzi fra le fila bresciane consente nell’autunno dello stesso anno di iscrivere al campionato nazionale giovanile il primo team junior dei Bengals.E’ finalmente una squadra completa e competitiva quella che si presenta ai nastri di partenza della stagione 1994, gli ottimi presupposti alimentano in coach Cereda la speranza di poter raggiungere i play-off ma infortuni e sconfitte rovinose affossano prematuramente ogni possibilità di postseason. La stagione termina mestamente con le Tigri relegate in zone di bassa classifica. Il 1995 è l’anno più importante della storia dei Bengals: partenze importanti convincono la società, di comune accordo con i giocatori, ad aderire al programma di ristrutturazione dei campionati promosso dalla Federazione. I Bengals si iscrivono così al nuovo campionato di Arena football, specialità ad otto giocatori molto apprezzata e di grande presa negli States, patria di questo sport. La formazione, sotto la nuova guida tecnica di Luca Zammarchi stupisce tutti gli addetti ai lavori e con prestazioni straordinarie contro formazioni fisicamente e tecnicamente meglio attrezzate chiude la regular season imbattuta. I Play-off sono una cavalcata vincente ed inarrestabile che porta i Bengals alla finalissima dell’Invernici di Brescia dove si laureano Campioni d’Italia di fronte a 3.500 tifosi festanti. Il successo, il primo e più inaspettato, giunge in quell’anno a premiare un gruppo unito come non mai, capace di farsi conoscere e di imporsi all’attenzione della cronaca cittadina e dei media per la grinta e la determinazione con cui annichilisce in successione avversari blasonati e di gran nome.
Lo sport bresciano, grazie ai Bengals di Corti e compagni, torna dopo tempo immemorabile ad essere Campione d’Italia e il ringraziamento dei Bresciani non tarda a giungere ripagando le Tigri con un affetto e una partecipazione mai vista prima.
Ma è forse il 1996 a segnare l’apice della gloriosa storia di quella squadra: i Bengals quali campioni in carica partono favoriti e ricominciano il discorso dove l’avevano terminato, solo vittorie in regular season e strada spianata nei Play-off fino alla finalissima di Desenzano del Garda, ancora una volta organizzata dalla compagine bresciana. Alla presenza di più di 3000 spettatori i Bengals regolano d’autorità i fortissimi rivali della Virtus Bologna centrando la vittoria consecutiva N°22 e laureandosi nuovamente Campioni d’Italia. Negli annali resteranno il titolo di miglior runner del campionato per Mauro Carletti e le strepitose prestazioni difensive di Claudio Ferri e Gianfranco Caile nonché l’afflusso di migliaia di appassionati bresciani alle partite dei Bengals scudettati.
Il Campionato 1997 si presenta per i Bengals Campioni d’Italia assai ostico, la formula ormai rodata dell’Arena aveva consentito a numerose squadre di accumulare esperienza e di rinforzarsi adeguatamente, una su tutte sembrava avere le carte in regola per fermare finalmente gli inarrestabili Bresciani: dopo 25 vittorie consecutive si ferma così la striscia vincente dei Bengals ad opera degli Skorpions Varese (anche per questo motivo riconosciuti quale nemesi delle Tigri) e con la sconfitta giunge un improvviso calo di fiducia che culmina con l’esclusione della squadra dai Play-off. Scudetto scucito dalle maglie bresciane e Virtus Bologna Campione d’Italia.
Nel 1998 si apre per i Bengals uno scenario tutto nuovo, a seguito di intense attività promozionali estive la dirigenza decide infatti di puntare su di una politica di ampio respiro, inizia così una campagna serrata degli uomini Bengals per rilanciare il marchio delle Tigri in tutta la città. Merchandising dedicato viene distribuito in diversi negozi sportivi ed un nuovo sito internet (www.bengalsbrescia.it) viene inaugurato, a corollario di ciò il dialogo con l’amministrazione comunale si fa sempre più produttivo.
L’operazione ideata e sorretta dall’esperienza di Enzo Uliano nel settore marketing non tarda a dare risultati importanti, durante la conferenza stampa di presentazione del Campionato il Comune di Brescia ufficializza la notizia tanto attesa: “i Bengals avranno una casa tutta loro”, un impianto multifunzionale che secondo le rassicurazioni dell’amministrazione ospiterà la compagine bresciana entro il 2001.
Comincia così il campionato 1998 con un clima euforico, i Bengals sotto la guida di coach Bonassi giungono a disputare la semifinale contro i fortissimi Hogs Reggio Emilia ma devono cedere di due soli punti e a pochi secondi dal termine. Terzo posto assoluto e Hogs Campioni d’Italia sui Marines Ostia.
Il Campionato 1999 vede nuovamente i Bengals accedere ai Play-off, anche questa volta l’ostacolo verso la finalissima si chiama Varese, sono infatti nuovamente gli Skorpions ad arrestare la cavalcata vincente delle Tigri in una partita che definire emozionante appare riduttivo, l’attacco bresciano viene infatti fermato dal fischio finale a due soli metri dalla meta della vittoria e la rivalità tra le due squadre sembra non avere fine. Al termine del Campionato di Arena con un colpo a sorpresa durante una memorabile conferenza stampa viene presentato il progetto dello stadio del football. Sotto l’egida di Comune e Sindaco si delineano ufficialmente le caratteristiche dell’impianto che finalmente darà una sede stabile alle attività dei Bengals. L’avanzato stadio dell’iter che porterà alla realizzazione dell’impianto (terminata la fase progettualistica, individuata l’area deputata ad ospitare l’opera e stanziata la somma necessaria per la realizzazione) convince la dirigenza bresciana ad iscrivere la squadra al Campionato di massima serie (Golden League) e a dare il via ad un’intensa ed onerosa attività di reclutamento di nuovi atleti. La campagna acquisizioni, indispensabile per ben figurare nell’impegnativo campionato di serie A, porta a Brescia giocatori da Piacenza, Milano e Bergamo nonché il primo americano da Pittsburg, un gravoso impegno economico per i Bengals a cui la dirigenza fa fronte ricorrendo al finanziamento privato per mezzo di numerose nuove sponsorizzazioni. La stagione vede i Bengals affrontare squadre di grande blasone e caratura fino all’approdo agli insperati Play-off. Al termine di una durissima partita gli storici bolognesi della Virtus (odierni vicecampioni d’Italia) escludono le Tigri dalla corsa al titolo ma l’esperienza è fondamentale per i ragazzi di coach Orfeo che segnano così un ottimo esordio nel football della massima serie.
La stagione 2000/2001 rimarrà forse negli annali come la più impegnativa della storia del football bresciano, la dirigenza avverte la pressione della città e dell’Amministrazione comunale per un salto di categoria che giustifichi i promessi investimenti pubblici e non si tira indietro: parte così un’imponente campagna acquisti, giungono alla corte del Presidente Baresi giocatori provenienti dagli storici Frogs Legnano e dai campionissimi Lions di Bergamo, due pro messicani il fenomenale quarterback José Luis Perez ed un linebaker. Altrettanto imponente risulta la rivoluzione nella conduzione tecnica, arrivano tre nuovi allenatori di gradissima esperienza Francesco Angeli Busi dai Lions e coach “acido” Lopresti dai Frogs, inoltre in corso di stagione un nuovo runner americano verrà chiamato a sostituire l’infortunato difensore messicano.
L’impegno economico è ingente ma le preoccupazioni di Baresi ed Uliano sono in parte mitigate dalla convinzione che un buon campionato di serie A, per quanto impegnativo, possa essere il giusto volano per il rilancio dei Bengals e che un palcoscenico così importante sia assolutamente necessario per la realizzazione di quella struttura tanto agognata e promessa che ormai i giornali chiamano “Casa Bengals”. L’esordio con i Lions campioni d’Europa è traumatico e lascia il segno nelle fila bresciane, l’impatto con formazioni di altissimo livello (i Dolphins e i Giants Bolzano vicecampioni d’Italia su tutte) falcidia di infortuni il roster bresciano mettendo in crisi l’accurato sistema di gioco di coach Busi. Il grande lavoro di tutto lo staff bresciano porta comunque risultati; nonostante le continue peregrinazioni della formazione, ospite delle Amministrazioni di Capriano, Ospitaletto e del Rugby Brescia, l’organizzazione degli eventi risulta infatti quasi perfetta e la serietà con cui i Bengals si presentano con puntualità ai mille impegni sportivi ed extrasportivi viene apprezzata dal pubblico e dai media bresciani. Il campionato termina con l’esclusione della Tigri dai Play-off e con una squadra gravemente provata sotto il profilo psicofisico.
Nel 2001/2002 per iniziativa della dirigenza e di alcuni veterani viene organizzata una serie di camp che richiamano da città e provincia decine e decine di ragazzi. Le nuove leve dei Bengals portano grande entusiasmo nell’ambiente contribuendo in parte ad alleviare l’amarezza per il clamoroso voltafaccia del Comune che, archiviando quale vecchia pratica il progetto “Casa Bengals”, si rimangia in un sol colpo tutte le promesse fatte alla dirigenza.
In autunno la prima partita promozionale veterani contro esordienti segna l’inizio di un nuovo ciclo. Coach Giannuzzi, succeduto a Lopresti nella guida tecnica, può così disporre nel Campionato 2002 della green line bresciana, l’inesperienza della squadra viene ampiamente compensata dalla freschezza atletica delle giovani tigri e i risultati si vedono: I Bengals accedono ai Play-off dopo uno spareggio con la formazione torinese dei Warriors che resterà nella storia per i tre roventi supplementari (40° all’Invernici) e ritrovano sulla loro strada i soliti Skorpions Varese. I Bengals scendono in campo fortemente debilitati dallo sforzo sostenuto e lo scotto da pagare è una cocente eliminazione contro i nemici di sempre. La delusione per la sconfitta risulta però ampiamente compensata dall’esordio nell’autunno dello stesso anno della formazione junior nel campionato nazionale. A distanza di quasi dieci anni dalla prima esperienza giovanile i Bengals sotto la guida di coach Giannuzzi, con l’assistenza di Sergio Corti e Alberto Petitpierre, approdano alla poule scudetto ma devono inchinarsi di fronte alla rodata formazione degli Hogs (poi campioni d’Italia junior).
La stagione 2003 si apre con un gradito ritorno: a sedere in panchina viene chiamato coach Luis Perez, già strepitoso quarterback biancoblu nel campionato 2001, e con lui arriva a Brescia il sistema semi pro messicano; una vera rivoluzione per l’attacco dei Bengals ed una totale riorganizzazione degli allenamenti. Al campo sportivo della Badia coach Perez più che la propria esperienza porta una nuova mentalità fondata sul sacrificio e sulla dedizione personale e non da ultimo su di una rigorosissima preparazione atletica. Cominciano così una serie di duri allenamenti che plasmano una formazione agile e veloce, su queste basi il coach messicano costruisce un sistema offensivo innovativo che regalerà spettacolo per tutta la stagione. I Bengals affrontano lunghe trasferte e forti avversarie riscuotendo ovunque consensi ed ammirazione per l’elevatissimo tenore atletico e per il talento delle giovani promesse schierate in campo (micidiale in questa stagione la velocità della coppia di ricevitori Degiovanni e Podavitte). Strada spianata per le Tigri fino alla semifinale con Cagliari ma fra le mura amiche tradisce proprio quello spirito che coach Perez aveva con tanta pazienza alimentato.
Forse esauriti per tanti mesi di massima concentrazione ed impegno i Bengals devono inchinarsi ai forti Crusaders e rinunciare alla finalissima di Firenze dove al cospetto di 6.000 spettatori i padroni di casa si laureano Campioni 2003.
In estate enorme soddisfazione per i Bengals che mandano nella rappresentativa azzurra impegnata negli Europei di Danimarca il primo nazionale della loro storia: Marco Podavitte ben figura venendo addirittura nominato miglior giocatore nell’ultima partita della manifestazione contro la Russia.
In autunno secondo campionato per le giovani tigri che sotto la guida di coach Corti non sfigurano dovendosi però inchinare difronte ai Lions campioni in carica.
Il Campionato 2004 di A2 vede un avvicendamento sulla panchina bresciana: sotto il segno della continuità i messicani Suarez Olivares, già coach della formazione universitaria di Città del Messico, e Becerra Trejo, assistent coach della nazionale messicana Campione del mondo, sostituiscono coach Perez alla conduzione tecnica. Cambiano gli uomini ma non i metodi, il playbook dell’attacco bresciano viene ulteriormente affinato e la preparazione atletica perfezionata.
Sembrerebbero esserci tutti gli ingredienti necessari per il successo ma l’assenza di preziosi elementi in prestito a formazioni di serie A1 e l’inaspettata consistenza delle avversarie dirette (rinforzate dall’arrivo di fortissimi giocatori dai disciolti Frogs) portano ad una deludente classifica finale.
Negli annali resta la strepitosa ultima partita di Torino: i forti Blaks condannati a vincere per accedere ai Play-off con il miglior record, i Bresciani già matematicamente eliminati; quella che sembrava una partita scontata si risolve in un clamoroso successo delle Tigri al secondo supplementare di uno scontro durissimo.
In autunno terzo campionato per la Junior: ancora coach Corti guida una formazione largamente rinnovata dal continuo afflusso di nuove leve, il campionato termina con una buona classifica e qualche individualità di spicco.
Prosegue intanto l’ormai tragicomico ed infruttuoso tira e molla con l’amministrazione comunale per ottenere un impianto adeguato ai molti impegni dei Bengals.
La stagione 2005 pur non presentando grandi rivoluzioni, confermatissimi i due coaches Becerra ed Olivares, segna il ritorno di alcuni dei giocatori che scrissero le pagine più importanti della compagine bresciana negli anni degli scudetti 1995-1996. Una convincente operazione di marketing della dirigenza porta a alla creazione di un nuovo accattivante logo e di un’apprezzatissima linea di merchandise che riceve larghi consensi. Il Campionato di A2 vede le Tigri inanellare una discreta serie di vittorie che le portano ad affrontare in casa il primo turno dei Play-off. Al Comunale di Capriano del Colle giungono gli Elephants di Catania, sembrerebbe uno scontro alla portata dei padroni di casa ma gli ospiti con una magistrale prova annichiliscono le speranze dei Bengals e dei numerosi tifosi di raggiungere la finale.
Nell’estate dello stesso anno con grande soddisfazione della dirigenza bresciana Marco Podavitte debutta nei professionisti messicani. E’ infatti la formazione di Città del Messico a selezionarlo tra numerosi ottimi prospetti ed a schierarlo in campo per tutto il campionato nazionale.
In autunno la rinnovata giovanile di coach Corti partecipa al quarto campionato juniores.
Arriviamo così alla stagione 2006 che porterà i Bengals al diciottesimo anno della loro storia. L’anno della maturità quindi che coincide con l’iscrizione ad uno dei più impegnativi campionati che si siano mai disputati in A2.
Il campionato cadetto vede coinvolta tutta l’Italia da Varese a Catania, tocca le principali città dello stivale (Torino – Milano – Roma – Firenze – Palermo – Cagliari – Ferrara – Ancona – Udine) e a dire degli addetti ai lavori rappresenta finalmente il football italiano giocato dagli Italiani.
22 squadre al via, tra queste Rhinos, Frogs, Giaguari e Aquile, le quattro storiche formazioni che fondarono nel 1981 la prima associazione italiana di football americano (A.I.F.A.), le “quattro stelle” si contenderanno uno speciale trofeo dei fondatori a loro riservato dalla Lega per celebrare i primi 25 anni del football italiano.
Favoriti d’obbligo gli attrezzatissimi Hogs Reggio Emilia, i Dolphins Falconara vicecampioni nelle ultime stagioni di A1 e i Guelfi Firenze due volte Campioni in A2, protagonisti sicuri gli ostici Barbari Roma, gli esperti Falcons Milano e gli Elephants Catania.
Le Tigri, in attesa ormai beckettiana di una qualsiasi “Casa Bengals”, grazie alla disponibilità del Rugby Brescia potranno disputare le gare interne sul bellissimo terreno dell’Invernici, un campo senz’altro degno di ospitare un Campionato nazionale così rappresentativo per la nostra città.
Gli avversari quest’anno non mancano a coach Olivares ma i tanti ragazzi che si allenano sotto la sua guida al Campo sportivo della Badia, siamo sicuri, sapranno ancora una volta rispondere presente alla chiamata che ormai da 18 ANNI risuona a Brescia: “HUDDLE!”
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