Il fatto è avvenuto a Torino a marzo, durante la quarantena: una coppia di diciottenni si stava baciando per strada alle 2.30 del mattino e a denunciarli era stato un residente che, dal proprio appartamento, li aveva notati e aveva chiamato la polizia. In pieno lockdown si trattava di “inosservanza di un provvedimento dell’autorità” e a nulla erano servite le giustificazioni dei due giovani fidanzati, che erano stati denunciati dalla polizia.
Un caso come tanti dei 2.200 fascicoli della Procura di Torino, che si è trasformato in reato penale, ora però, con il nuovo decreto, da reato si passa a una semplice violazione amministrativa.
Sul caso era intervenuto anche il procuratore aggiunto di Torino Paolo Borgna che, in un articolo apparso sulla rivista “Questione giustizia”, aveva sottolineato come l’esistenza di uno “stato di eccezione” ai tempi del lockdown che era “prima di tutto nelle nostre teste”. E aveva aggiunto: “Al punto che due ragazzi di diciotto anni che alle due di notte si baciano in piedi sul marciapiede di una via deserta vengono denunciati da un solerte cittadino, che si affaccia alla finestra e chiama la volante della polizia. Tutto giusto e (a parte qualche eccesso) tutto necessario. L’esserci imbattuti nel ‘cigno nero’, l’improbabile e quasi impossibile che diventa realtà, ha plasmato i nostri comportamenti collettivi e privati. Siamo noi stessi ad invocare la nostra prigionia”.