Continuano a crescere i contagi e, dopo il consueto monitoraggio settimanale dell’Iss, potrebbero diventare arancioni sei nuove Regioni. A rischiare di più sarebbero la Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche che potrebbero avere un Rt superiore all’1, e si andrebbero ad aggiungere ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Molise, Umbria e provincia di Trento, già passate in zona arancione. L’Abruzzo però rischia di diventare zona rossa: nonostante siano già in zona rossa le province di Chieti e Pescara, da venerdì la regione rischia un Rt di 1,25, valore per cui scatterebbero le limitazioni più severe, anche a fronte del record di ricoverati degli ultimi due mesi registrato il 17 febbraio.
Nel mentre cresce la rabbia dei ristoratori in Emilia Romagna, come riporta il Resto del Carlino, che ancora non sanno se dovranno chiudere già da domenica o da lunedì. Un sentimento che si inasprisce nel tempo a causa delle comunicazioni date all’ultimo momento e le entrate ridotte all’osso.
Sono già stati presi provvedimenti con lockdown locali in Lombardia, dove sono state istituite quattro zone rosse nei comuni di Bollate, Castrezzato, Mede e Viggiù per circoscrivere i contagi a causa dell’esplosione di nuovi casi e di varianti. In queste zone rosse chiuse scuole, negozi e locali pubblici per ridurre al minimo necessario gli spostamenti.
Abruzzo e Lazio per scongiurare il rischio varianti, molto più contagiose del Covid-19.
Arriva anche un allarme dall’Istituto Pascale e dall’Università Federico II di Napoli, dove è stata riscontrata per la prima volta una nuova variante rarissima: la B.1.525. Attualmente non si conosce il potere di infezione e le caratteristiche del virus, ma finora è stato riscontrato solo con 32 casi in Gran Bretagna, e pochi casi anche in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti.