Fred De Palma, il re del reggaeton italiano, ha parlato della sua ex dipendenza dal gioco d’azzardo in un’intervista al Corriere della Sera. Un lungo percorso cominciato per il suo amore per il rischio: “Chi fa l’artista vive sempre nel rischio, in una scommessa continua, il tenore di vita cambia se azzecchi o no un pezzo. Credo che questo sia il motivo che mi ha sempre fatto vivere la vita scommettendo”. Come cita nel testo di “Adrelina”, canzone in cui parla di come ha vissuto la ludopatia: “Come diceva forse Vasco Rossi, non è che ho smesso, è che non ho ancora ricominciato”.
De Palma ha spiegato che il suo approccio alla vita può aver influenzato il suo problema con il gioco d’azzardo: “Il problema è che preferisco perdere completamente o vincere in maniera assoluta, la via di mezzo non mi dà emozioni. Io devo o vincere tutto o rovinare tutto. O primo in tutta Europa o ultimo a Sanremo, non metto neanche in conto il decimo posto. Credo che questo mio approccio ‘esistenziale’ abbia influito sul gioco d’azzardo, perché è esattamente la trascrizione online del mio modo di vivere. La vittoria non era mai abbastanza. Non era importante quanto vincevo se sapevo che potevo vincere di più, e non era importante quanto perdevo se sapevo che potevo perdere di più. Era un circolo vizioso, mi sono reso conto che non ho mai giocato per i soldi: non ho mai vinto, non ho mai preso il bottino e sono scappato. Ho sempre giocato per il brivido di vedere se quel giorno avrei vinto o perso in maniera assoluta”.
L’artista ha spiegato che tutto questo è stato aggravato dalla facilità con cui poteva scommettere: “Perdevo soldi sdraiato sul divano, con il cellulare in mano. O nel letto. Senza uscire di casa. Pericolosissimo, non devi neanche fare la fatica di andare al casinò”.
Fred De Palma ha confessato di aver perso fino a 500mila euro, ma per fortuna ora ne è fuori: “Ho riconosciuto il problema, che è il punto di partenza per uscire da una dipendenza. A un certo punto la mia vita girava su un binario solo: becco una hit e scommetto i soldi che guadagno. Era un caos che faceva bene alla mia musica, ma faceva male a me e ho capito che mi dovevo fermare. Ho seguito un percorso da uno psicologo, ho passato mesi impegnativi, la dipendenza non è solo mentale, ma è anche fisica: sudi, tremi, il pensiero ossessivo ti rincorre. Non mi piace dire che ora ‘ho vinto’, anche perché visto il tipo di dipendenza non è il caso… Sai che è un impulso che sarà sempre dentro di te, e sta a te riuscire a domarlo”.