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SERIE A – 7a Giornata | L’Empoli mette paura anche alla Lazio. Poi l’arbitro “allunga” il recupero e i biancocelesti pareggiano. Solo una prodezza di Pedro nel finale condanna gli azzurri alla prima sconfitta stagionale.

LAZIO (4-2-3-1) – 94 Provedel; 29 Lazzari (dal 38′ 77 Marusic), 34 Gila, 13 Romagnoli, 30 Tavares (dal 41′ st Pellegrini); 8 Guendouzi, 6 Rovella; 18 Isaksen (dal 28′ st 9 Pedro), 19 Dia (dal 41′ st 22 Castrovilli), 10 Zaccagni (dal 41′ st 14 Noslin); 11 Castellanos. A disp. 55 Furlanetto, 35 Mandas; 7 Dele-Bashiru, 2 Gigot, 4 Patric, 20 Tchaouna. All. Marco Baroni

EMPOLI (3-5-2) – 23 Vasquez; 2 Goglichidze, 34 Ismajli, 21 Viti; 11 Gyasi, 10 Fazzini (dal 20′ st 6 Henderson), 5 Grassi, 8 Anjorin (dal 20′ st 19 Ekong), 3 Pezzella (dal 8′ st 13 Cacace); 99 Esposito (dal 38′ st 22 De Sciglio), 17 Solbakken (dal 38′ st 24 Colombo). A disp. 12 Seghetti, 98 Brancolini; 7 Sambia, 31 Tosto, 35 Marianucci, 32 Haas, 9 Pellegri, 90 Konate. All. Roberto D’Aversa

Arbitro: Sig. Giovanni Ayroldi di Molfetta (Mondin-Cortese | IV Uff.le Rutella – VAR Ghersini-Di Paolo)

Marcatori: al 8′ 99 Esposito (E), al 49′ 10 Zaccagni (L); al 39′ st 9 Pedro (L).

Note: Angoli Lazio 5 Empoli 3. Ammoniti: al 29′ 3 Pezzella (E), al 31′ 20 Fazzini (E), al 50′ 6 Rovella (L); al 8′ st 11 Castellanos (L), al 33′ st 11 Gyasi (E), al 37′ st 5 Grassi (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 2’+3′ pt, 6′ st. Spettatori: 40mila.

 

L’Empoli torna all’Olimpico di Roma, quello che poco più di un mese fa fu teatro del primo storico successo degli azzurri sui giallorossi. Questa volta l’avversario è la Lazio di Marco Baroni, e ancora una volta ci sarebbe da sfatare un tabù: l’Empoli non è mai riuscito a vincere in casa della Lazio in Serie A.

La squadra di Roberto D’Aversa arriva a questa sfida con dieci punti in classifica, gli stessi dei biancocelesti, con la seconda miglior difesa del campionato (appena due reti subite, ndr) e con l’etichetta di squadra imbattuta: in Europa si ritrova in compagnia di Juventus, Arsenal, Manchester City e Monaco, le uniche a non aver mai perso in gare ufficiali.

Una provinciale qualsiasi perderebbe la testa, ma l’Empoli non è una provinciale qualsiasi, l’Empoli è la “Regina” delle provinciali: il club azzurro ha fatto storia, fa storia, e continuerà a fare storia, almeno finché si comporterà così con umiltà e con quella profonda e seria devozione al lavoro, al sacrificio e al ricordare sempre il proprio punto di partenza.

Con queste armi l’Empoli scende in campo senza paura anche contro la Lazio, anche sul terreno dove osano volare le aquile; e gli azzurri la spaventano subito, al primo affondo, all’ottavo giro di lancette: cross da sinistra di Pezzella e zuccata vincente di Esposito che vola ad esultare sotto lo spicchio dei tifosi empolesi.

L’Olimpico si gela, l’entusiasmo è smorzato, la Lazio in campo è ferita e prova a reagire, ma sbatte insistentemente sul muro difensivo eretto da D’Aversa, con gli esterni Gyasi e Pezzella che si trasformano in attaccanti in fase offensiva e nei quinti di difesa quando c’è da difendere. E’ un dispendio di energie enorme, ma anche efficace. Così per mezzora la Lazio fa la partita ma l’Empoli quando decide di ripartire fa male, e un tiro “effettato” di Anjorin che lascia fermo Provedel terminando di poco sul fondo lo ricorda bene a tutti i presenti. Qualcosa nell’equilibrio della partita muta al 29′, quando Pezzella rimedia un giallo per un intervento su Guendouzi, ed espone al rischio l’esterno che deve duellare in velocità con Isaksen. Ed, infatti, da quel momento il danese gode di maggior libertà e non a caso poco dopo manca il bersaglio con un diagonale che termina di poco sul fondo.

Tuttavia l’Empoli controlla la partita, la Lazio corre, costruisce ma non concretizza finendo con l’innervosirsi minuto dopo minuto. L’arbitro Ayroldi assegna due minuti di recupero, poi mentre scorre il primo ci ripensa e ne assegna un altro. Quell’ulteriore minuto (molto contestato nel dopogara da mister D’Aversa, ndr), sarà fatale per l’Empoli, perché dentro a quei sessanta secondi concessi in aggiunta Tavares pennella l’ultimo cross della prima frazione e Zaccagni di testa indovina l’angolo più lontano dove Vasquez non può arrivare.

L’Olimpico si rianima proprio per l’intervallo, mentre per l’Empoli è una doccia gelata che condizionerà il secondo tempo. La squadra toscana, infatti, rientra in campo più nervosa del solito, lo confermerà lo stesso D’Aversa nel dopogara, appare meno lucida e meno brillante e a tratti fa fatica a contenere la Lazio, che però continua a sbattere sul muro difensivo e su Vasquez. Sbatte su Vasquez anche dal dischetto in avvio ripresa quando Ayroldi punisce l’intervento di Pezzella su Dia (in realtà è Dia che si allarga per prendere la gamba di Pezzella, ndr), e Castellanos si fa ipnotizzare dal portiere azzurro che para il rigore.

Dopo l’esultanza quasi come un gol segnato D’Aversa toglie Pezzella, a rischio secondo giallo e rosso, mandando in campo Cacace, la Lazio alza ritmi e toni agonistici e D’Aversa con i cambi cerca di tenere equilibrato il centrocampo con forze fresche, in tal senso gli innesti di Henderson ed Ekong.

Baroni poco prima della mezzora tenta la carta Pedro per Isaksen, e lo spagnolo ripaga l’ex tecnico dell’Hellas Verona con la prodezza decisiva proprio nel momento in cui sembrava che l’Empoli avesse trovato l’equilibrio giusto per difendere il pareggio fino alla fine (in questa direzione gli innesti di De Sciglio e Colombo per Solbakken ed Esposito, ndr). Lo spagnolo, dicevamo, scappa via sul filo del fuorigioco a Viti, e infila Vasquez con una staffilata che sbatte sulla faccia interna della traversa e termina la corsa in fondo al sacco. L’Olimpico, che nel corso del secondo tempo era man mano “scaduto” nel torpore da salotto, si rianima improvvisamente e fa festa.

L’unico neo, sottolineato sarcasticamente sempre nel dopogara dal tecnico azzurro, è la smodata quanto inopportuna esultanza della Lazio davanti alla panchina dell’Empoli, con tanto di gesti poco ortodossi di Rovella, non nuovo a questi episodi, che infatti viene anche ammonito.

Nel finale la Lazio ne cambia tre, l’Empoli invece con cuore e generosità si riversa in avanti, rischiando sì di subire il tris biancoceleste (Vasquez mostruoso su Castellanos, ndr) ma mostrando il carattere che contraddistingue questo gruppo, andando con voglia e determinazione alla caccia di un pareggio e di una imbattibilità che, invece, sfila via in questa prima domenica di calcio d’ottobre.

Ora la sosta, e alla ripresa una nuova affascinante quanto complicata sfida ad una grande della Serie A: al Castellani arriverà il Napoli, la capolista, a conferma di un calendario tossico per l’Empoli. Con una certezza, non ritroveremo più tutti questi discorsi sull’imbattibilità, ed una speranza, la voglia di tornare a sorprendere segnando la prima rete in questo campionato che al Castellani manca dal maggio scorso, quel gol che fu determinante proprio per giocarci il campionato che stiamo vivendo.

Fonte: gabrieleguastella.it

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