EMPOLI (3-5-2) – 23 Vasquez; 2 Goglichidze (dal 33′ st 6 Henderson), 34 Ismajli, 21 Viti; 11 Gyasi, 8 Anjorin (dal 33′ st 32 Haas), 5 Grassi (dal 28′ st 17 Solbakken), 10 Fazzini (dal 33′ st 19 Ekong), 3 Pezzella; 29 Colombo (dal 41′ st 90 Konate), 99 Esposito. A disp. 12 Seghetti, 98 Brancolini; 7 Sambia, 13 Cacace, 22 De Sciglio, 31 Tosto, 35 Marianucci; 9 Pellegri. All. Roberto D’Aversa
NAPOLI (4-3-2-1) – 25 Caprile; 22 Di Lorenzo, 13 Rrahmani, 4 Buongiorno, 37 Spinazzola (dal 14′ st 17 Olivera); 99 Anguissa, 6 Gilmour, 8 McTominay; 21 Politano (dal 42′ st 30 Mazzocchi), 77 Kvaratskhelia (dal 31′ st 7 Neres); 11 Lukaku (dal 14′ st 18 Simeone). A disp. 12 Turi, 14 Contini; 5 Juan Jesus, 16 Marin Zamora, 23 Zerbin, 26 Ngonge, 81 Raspadori, 90 Folorunsho. All. Antonio Conte
Arbitro: Sig. Rosario Abisso di Palermo (Mastrodonato-Scarpa | IV Uff.le Sozza – VAR Paterna-Mariani)
Note: Angoli Empoli 7 Napoli 7. Ammoniti: al 33′ 5 Grassi (E), al 37′ 99 Anguissa (N); al 31′ st 22 Di Lorenzo (N), al 51′ st 32 Haas (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 0′ pt – 6′ st. Spettatori: 15.200.
Non dev’essere stato per niente facile per la squadra di Roberto D’Aversa preparare e giocare questa partita: preparare una sfida contro il Napoli capolista, sgombro mentalmente dalle partite nelle competizioni europee, e giocare un match in un Castellani che si è trasformato in una sfida in trasferta. Tifosi partenopei ovunque, anche sul palchetto dello show pre-gara; sconcertante poi lo spettacolo offerto dalla Tribuna Coperta.
La partita – L’Empoli e Roberto D’Aversa hanno offerto una vera e propria lezione di calcio, per un’ora almeno; il primo tempo è stato da applausi, con l’unica pecca rappresentata dalla mancanza di cinismo negli ultimi metri: peccato.
Probabilmente il risultato sfavorevole di questo pomeriggio è maturato proprio dall’essere andati sullo 0-0 al riposo, dopo aver contato almeno quattro nitide occasioni da gol. Il tiro al volo di Esposito su sventagliata di Colombo (10′), su cui Caprile si oppone d’istinto sul primo palo mandando in angolo; il tiro rasoterra di Pezzella (13′), dopo una manovra avvolgente degli azzurri, che impegna ancora Caprile; una conclusione di Goglichidze (18′) bloccata a terra da Caprile; e poi ancora occasioni per Colombo, Fazzini e alcune progressioni di Anjorin, con gli azzurri che chiudono la prima frazione costringendo il Napoli, intravisto solo in un paio di circostanze con due calci d’angolo consecutivi, alla serrata difensiva.
Nella ripresa i partenopei scendono in campo con un piglio diverso ma, aldilà del piglio, non si vedono occasioni da rete. Così Antonio Conte decide di cambiare qualcosa: dentro Simeone per Lukaku e Olivera al posto di Spinazzola, uno degli ex in campo, intorno all’ora di gioco.
Strano il mio destino, cantava qualche anno fa Giorgia, che proprio due minuti dopo il Napoli trova la chiave di svolta del match. In occasione di una delle rare sortite offensive della partita Politano e Anjorin si ritrovano a contendersi un pallone in area di rigore empolese, l’esterno dei campani cade giù e Abisso sanziona indicando subito il dischetto. Episodio molto, molto dubbio, con il VAR che non richiama il direttore di gara al monitor e con le immagini che anziché togliere i dubbi, finiscono per aumentarli.
Dal dischetto Kvaratskhelia supera Vasquez e scava la differenza tra vincere una partita e perderla: insomma “l’Abisso”, come recitiamo nel titolo.
Nel proseguo del match l’Empoli mostra coraggio: dentro quasi tutti gli uomini offensivi a disposizione (Solbakken, poi Haas, Ekong, Henderson, e Konate). Il Napoli, invece, ha qualche spazio in più, inserisce anche Neres e Mazzocchi, ma in definitiva chi si attende un finale in scioltezza per gli ospiti viene smentito perché i toscani non si abbattono e restano in partita fino alla fine, chinando la testa solo dopo il triplice fischio finale che giunge successivamente a sei minuti di recupero (apparsi anche pochi rispetto alle molte interruzioni, soprattutto lo scontro di gioco Ismajli-Simeone, ndr).
Seconda sconfitta stagionale consecutiva per la squadra di D’Aversa, immeritata come quella maturata quindici giorni prima in casa della Lazio. E il calendario, purtroppo, è ancora in salita: trasferta a Parma, poi nel giro di quattro giorni l’infrasettimanale casalinga contro la corazzata Inter e quella successiva contro un Como apparso in netta crescita.
Fonte: gabrieleguastella.it