Dopo la pubblicazione del singolo ‘Fiera di Me’, arricchito dalla supervisione ritmica del leggendario Stewart Copeland e ‘Universo’, brano scritto per lei da Francesco Bianconi e Kaballà uscito l’11 ottobre, Irene Grandi torna sui palchi di tutta Italia con un nuovo tour, con cui celebra i 30 anni di carriera. Il Fiera di Me Tour farà tappa al Teatro Duse di Bologna martedì 12 novembre alle ore 21.
Con la sua voce inconfondibile, Irene Grandi accompagnerà gli spettatori nel racconto della sua storia musicale, attraverso i suoi successi più amati, le collaborazioni più significative e le molteplici esplorazioni sonore. Dal successo travolgente di ‘In vacanza da una vita’ a ‘La tua ragazza sempre’, fino alle intense emozioni di ‘Bruci la città’ e ‘Prima di partire per un lungo viaggio’, ogni canzone racconta una parte del percorso di un’artista che, dal 1994 ad oggi, non si è mai fermata e ha saputo sempre reinventarsi.
Non a caso, Irene ha condiviso il palco e lo studio con artisti del calibro di Pino Daniele, Jovanotti, Vasco Rossi e Stefano Bollani, dimostrando una versatilità che le ha permesso di spaziare tra diversi generi musicali, senza mai perdere la propria identità. Il concerto sarà dunque una festa, ma anche l’occasione per riscoprire e apprezzare l’evoluzione di un’artista sempre attuale. Con Irene sul palco ci saranno Max Frignani chitarra, Piero Spitilli basso, Fabrizio Morganti batteria, Marco Galeone tastiere, Titta Nesti corista e polistrumentista.
Il singolo ‘Fiera di Me’, uscito lo scorso maggio e che dà il titolo al tour, segna una nuova tappa nella carriera di Irene, rappresentando un inno alla rinascita e alla forza personale. Un brano che celebra il passato e guarda con ottimismo al futuro, proiettando Irene verso nuovi e ambiziosi progetti artistici. ‘Universo’, uscito l’11 ottobre, aggiunge un’altra preziosa gemma al repertorio di Irene, toccando temi profondi come l’alienazione in un mondo superficiale, tra tempeste emotive, pubblicità martellanti e maschere che indossiamo quotidianamente. Ma il messaggio è chiaro: è proprio nella fragilità di una figura amata, capace di parlare d’amore senza egoismo, che si trova l’àncora di salvezza, un rifugio contro la finzione che ci circonda.
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