Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di Parma hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare del collocamento in comunità, emessa dal Gip del Tribunale dei Minori di Bologna, nei confronti di tre 15enni residenti nel Parmense, presunti responsabili, a diverso titolo, di rapina ed estorsione.
L’attività avviata nei mesi scorsi dai Carabinieri della Stazione di Sorbolo Mezzani, a seguito delle denunce presentate dalle vittime, ha permesso di contestare le diverse condotte delittuose.
I tre, presunti autori, agivano spesso in gruppo prendendo di mira i coetanei e i ragazzi più piccoli. Il primo episodio vede coinvolto un 12enne che, dall’autunno del 2021 a febbraio 2022, ogni volta che incontrava gli indagati nelle piazze del paese veniva minacciato di ritorsioni fisiche se non consegnava i soldi. Per verificare che non li avesse, da quanto raccontato in sede di denuncia dai genitori, gli infilavano le mani nelle tasche. L’adolescente, all’ennesima volta, per paura di essere picchiato il giorno dopo a scuola, se non avesse portato i soldi, è tornato a casa confidandosi con i genitori. Invece, a fine dicembre, ad essere rapinato è stato un 15enne nei pressi della Stazione Ferroviaria di Parma. Il ragazzo, che stava andando a prendere l’autobus, insieme a due amici, sarebbe stato inseguito, circondato, bloccato e colpito con una gomitata, in quanto volevano sottrargli il portafoglio. Solo la resistenza del giovane, che si è buttato in terra per proteggersi, ha fatto sì che il gruppo desistesse e fuggisse. Infine l’ultimo episodio, che risale alla fine di febbraio, quando ad un 13enne con violenza e minaccia avrebbero sottratto una cassa acustica portatile. Dopo, avrebbero intimato alla vittima di consegnare tutto il denaro in suo possesso per riottenerla. Il 13enne impaurito ha così consegnato 10 euro e una volta riavuta la cassa, è scappato.
Il Gip, a seguito degli elementi indiziari raccolti nel corso delle indagini dai Carabinieri che conoscono i tre presunti autori e ne hanno evidenziato i precedenti e le allarmanti caratteristiche di spregiudicatezza a dispetto della giovanissima età, del riconoscimento dei presunti autori da parte delle vittime e dei testimoni, ha disposto la misura cautelare del collocamento in comunità per gli indagati.