In mare più mascherine che meduse. A lanciare l’allarme ambientale è l’associazione francese “Opération Mer Propre” (Operazione Mare Pulito).
Il mare, già alle prese con l’aumento della plastica deve fare ora i conti con la massiccia presenza di mascherine e guanti: un segnale forte è arrivato da Ancona, dove il “Pellicano”, il battello spazzino che ripulisce l’acqua del porto dai rifiuti, ha cominciato ad estrarre sempre più dispositivi di questo tipo. Una situazione purtroppo destinata ad aggravarsi con l’apertura delle scuole e con l’utilizzo massiccio di mascherine da parte di studenti e personale scolastico (se ne stimano undici milioni al giorno da gettare).
Le aziende di nettezza urbana, gli esperti dell’Ispra e dell’Iss e il Ministero dell’Ambiente si raccomandano di gettare le mascherine nella spazzatura indifferenziata: tali rifiuti dovranno infatti essere inceneriti per evitare che i dispositivi possano diventare pericolosi veicoli di contagio.
“Purtroppo gli inceneritori non bastano, soprattutto nel Mezzogiorno, dove questi impianti sono una rarità – ha sottolineato Chicco Testa, esperto di ecologia e presidente dell’Assoambiente, – “di conseguenza un gran numero di rifiuti e di mascherine sanitarie usate non vengono distrutti ma finiscono nelle discariche o, peggio, dispersi nell’ambiente”.