Non lo conosceva e lo uccise senza motivo apparente. Oggi è stato condannato a 30 anni con rito abbreviato.
Stiamo parlando di Said Mechaquat, 29enne di origine marocchina, che il 23 febbraio dello scorso anno ammazzò, con una coltellata alla gola, Stefano Leo.
Il giovane, che aveva 33 anni, si stava recando al lavoro e stava percorrendo a piedi il Lungo Po, nella zona dei Murazzi a Torino, quando venne affrontato e ucciso da Said. Un solo fendente che non gli diede scampo.
Dopo più di un mese dal delitto, Said si consegnò ai carabinieri ai quali raccontò di avere commesso quell’omicidio per sfogare una situazione di disagio interiore e di avere scelto Stefano come vittima perché gli sembrava felice.
“La giustizia ha fatto il suo corso”, queste le prime parole di Mariagrazia Chiri, madre di Stefano.
“La domanda di giustizia della famiglia ha trovato risposta – ha detto, come riportato da La Stampa, l’avvocato Niccolò Ferraris – Però non c’è nulla da festeggiare. Stefano è morto e non c’è nulla che questo possa mutare”.
Il difensore di Said ha puntato alla seminfermità e si è detto certo che in appello la pena del suo assistito verrà ridotta.