Si chiama vespa velutina, ma la chiamano anche calabrone asiatico o calabrone dalle zampe gialle, ha le dimensioni di un calabrone ed è originaria del sud-est asiatico. Nell’ultimo periodo ne ha parlato anche il New York Times, perché l’insetto è stato avvistato nello stato di Washington, mettendo in allarme biologi e apicoltori. Questa particolare specie, infatti, ha l’abitudine di devastare la popolazione di api che incontra, risultando davvero dannosa per l’ecosistema e la produzione di miele. Ora però la vespa velutina è stata avvistata anche in Toscana e Liguria.
Gli apicoltori hanno già iniziato a posizionare trappole nei propri alveari per catturare la vespa “regina” ed evitare la formazione di nuove colonie e il proliferare degli alveari nei mesi estivi. Solo nei giorni scorsi ne sono state catturate cinque, l’ultima in provincia di Massa. Come riporta Skytg24, cinque avvistamenti sul nostro territorio non sono un bel segnale, come spiega Rita Cervo, etologa nel Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze e professore associato di Zoologia. “Il fronte avanza. In Liguria, zona di penetrazione in Toscana della vespa, la situazione è drammatica, sebbene la sua diffusione sia stata in qualche modo rallentata rispetto a quanto avvenuto in altri paesi europei. Ora, dopo il focolaio di un anno fa a Massa, registriamo il primo avvistamento a Carrara”.
Secondo l’esperta, l’obiettivo dei prossimi mesi sarà di arginare il fenomeno, grazie anche agli aiuti degli apicoltori per evitare la strage di api: “Essendo una specie aliena, e quindi un predatore che le nostre api non conoscono, queste non hanno ancora evoluto una strategia di difesa. Così finiscono per uscire sempre meno dal nido, impaurite, e la colonia senza scorte di cibo si indebolisce”.
Da quanto riportato dal New York Times, pare che il calabrone asiatico arrivi a uccidere 50 persone l’anno, tanto che in Giappone le autorità hanno deciso di installare trappole e di seguire con radiofrequenze gli spostamenti delle colonie. E secondo l’entomologo Chris Looney, che lavora presso il Dipartimento dell’Agricoltura dello Stato di Washington, se non si riuscirà ad arginare questa nuova specie nei prossimi due anni, poi sarà impossibile farlo con efficacia.