La giovanissima pop star americana si è raccontata nel corso di un’intervista a “Vanity Fair USA” che le ha dedicato la copertina con il titolo “Il mondo di Billie”.
Billie, arrivata al successo a soli 17 anni, ha vissuto un’adolescenza durante la quale ha dovuto fare i conti con autolesionismo rifiuto del proprio corpo: “Il motivo per cui mi tagliavo era a causa del mio corpo. A essere sincera ho iniziato a indossare abiti larghi solo a causa del mio corpo “. Un modo per evitare i commenti e gli sguardi della gente, ma anche per evitare di essere sessualizzata: “Quando ho scritto le canzoni di ‘When We All Fall Asleep, Where Do We Go?” (il suo primo album) non stavo bene da un punto di vista psicologico. Anche se amo quel disco e sento mie la maggior parte della canzoni”. Dalla pubblicazione di quell’album ci sono stati Grammy vinti, canzoni per la colonna sonora di 007, nuovi singoli, un documentario di Apple+ su di lei, ma anche un percorso di terapia che le ha permesso di far pace con se stessa. Billie ha compiuto da poco più di un mese 19 anni e dimostra di essere cresciuta molto in così poco tempo, dal punto di vista artistico e personale: è cantautrice, role model, esempio contro il body shaming, attivista sociale e politica in prima fila per far crescere una sensibilità ambientale ed ecologista tra i suoi fan: “Adesso la musica a cui sto lavorando trasmette esattamente ciò che voglio, non c’è una canzone o persino una piccola parte di qualche canzone che vorrei fosse diversa”.
In tutto questo c’è posto per l’amore? “Ringrazio ogni giorno di essere single ma, non allontano nemmeno nessuno. Mi piacerebbe avere qualcuno accanto ma al momento non ce l’ho”.