Cesare Cremonini, in quella che lui stesso definisce una lunga chiacchierata, intervista il virologo Roberto Buriani sul tema del momento, il coronavirus, e pubblica il video sui suoi canali social. Il cantante pone all’amico virologo alcune domande che definisce “ingenue, a volte impaurite o covate nella rabbia, altre volte piene di speranza, nate dai dialoghi con gli amici o raccolte dai vostri pensieri qui dentro”.
A tracciare il filo invisibile di questa intervista/chiacchierata è la musica o più precisamente le canzoni di Bob Dylan: “In pochi lo sanno ma Dylan è l’artista più citato nelle ricerche scientifiche, a dimostrazione che la musica e la scienza vanno spesso d’accordo”.
Eccole:
MASTER OF WAR le maschere
SHELTER FROM THE STORM I medici
SIMPLE TWIST OF FAITH la paura
DON’T THINK TWICE.. la guarigione
I WANT YOU il vaccino
THE TIME THEY ARE A CHANGIN’ il futuro
L’intervista parte da una riflessione della nostra vulnerabilità come esseri umani: facciamo parte della natura e, nonostante le cose strabilianti che riusciamo a fare, possiamo essere messi in seria difficoltà da qualcosa di piccolissimo come un virus, nato da un pipistrello.
“Quello che stava accadendo in Cina, – sottolinea il virologo, – sembrava lontanissimo, ma poi ci siamo accorti che i virus non hanno confini”.
Cremonini ricorda il padre medico (morto lo scorso settembre) e poi Roberto Stella, Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, deceduto dopo avere contratto il coronavirus.
E quindi l’intervista si sposta sull’importanza di tutelare chi in questo momento combatte in prima linea, medici e operatori sanitari.
“Il virus è un tiranno che ha sconvolto le nostre vite e ci ha costretti agli “arresti domiciliari”, dice Burioni.
Il virologo sottolinea l’importanza di stare in casa e definisce il sacrificio di questi giorni “opera di resistenza individuale”.
Poi cosa succederà a questo virus? Si indebolirà o si rafforzerà?
“In generale – dice Burioni – un virus tende a diventare più buono perché “gli conviene”, nel senso che il contagio diventa più semplice. Non si sta a casa con la febbre a 37.1, ma con la febbre a 40. Un’altra speranza, ma rimane una speranza, è la bella stagione”.
Per ottenere il vaccino, Burioni dice che tutti ci stanno lavorando, ma purtroppo non potrà arrivare in tempi utili, anche se non possiamo escludere il colpo di fortuna.
Cremonini chiede poi se sia possibile che qualcuno abbia passato il virus nelle scorse settimane senza saperlo.
Burioni dice che se una persona ha avuto questo virus, nel corpo rimangono gli anticorpi: “Presto ci sarà la possibilità di fare un test specifico, come per la varicella o il morbillo. Ma per sapere se le persone che l’hanno passato si sono immunizzate, e per quanto, occorre tempo dal momento che si tratta di un virus nuovo”.
Poi sottolinea di nuovo l’importanza fondamentale di rallentare il contagio per non caricare troppo gli ospedali: “Noi tutti, attraverso le nostre azioni, abbiamo una grande responsabilità. Esattamente come è accaduto a Codogno, dove sono riusciti a fermare i contagi. Si può fare e lo dobbiamo fare”.
Buriani dice di essere convinto che da domenica in poi gli italiani hanno capito che con questo virus non si scherza e maturato una responsabilità diversa rispetto a prima.
L’ultima domanda riguarda il futuro: “Un’emergenza di questo tipo è veramente eccezionale. Ci troviamo di fronte a una sfida nuova. È davvero iniziata una nuova era fatta di queste cose che non conosciamo?”, chiede Cremonini.
“Il destino – risponde il virologo – è nelle nostre mani, dipende da quello che facciamo: i nostri sacrifici faranno attenuare questa infezione e col tempo arriveranno anche medicine e vaccini. Poi il coronavirus diventerà un problema meno grave”.
Buriani dice che il virus ci sta unendo, siamo tutti dalla parte dei medici, delle cure e della vita. Nessuno è dalla parte del virus.
E conclude con una promessa: finita questa storia dice che lui e Cremonini si troveranno e insieme suoneranno al piano la canzone “Un mondo migliore”.