Ora si ha la conferma ufficiale: i resti umani ritrovati lo scorso 18 novembre in un casolare diroccato di Novellara, nella Bassa reggiana, sepolti tre metri sotto terra, appartengono a Saman Abbas.
“E’ stata identificata grazie a un’anomalia dentaria, confrontata con foto e video della ragazza”, ha detto l’avvocato Barbara Iannuccelli, che assiste l’associazione ‘Penelope’ ed è parte civile nel processo che a febbraio inizierà a carico di cinque familiari della giovane pachistana, uccisa la notte del 30 aprile 2021. Si tratterebbe, nello specifico, di un “accavallamento dentale”. “Ieri c’è stata l’identificazione – ha detto l’avvocato – e rivedere le foto di Saman in vita fa davvero effetto: a 18 anni non si può morire così”. “L’osso ioide è fratturato nella parte sinistra, che fa propendere per una compressione molto forte, ma sono necessari ulteriori accertamenti per stabilire se pre o post mortem”, continua l’avvocato.
La frattura dell’osso, nella parte anteriore del collo, confermerebbe l’ipotesi dello strangolamento.
Le operazioni sul corpo, presiedute dai periti Cristina Cattaneo, anatomopatologa e dall’archeologo forense Dominic Salsarola, non sono però concluse. Sarà infatti necessaria la nomina di altri esperti: un genetista, per i riscontri sul Dna, e un tossicologo.
E per questo sarà fissata un’ulteriore udienza e i difensori degli indagati, delle parti civili e la Procura potranno nominare propri consulenti di parte.
Difficile, in ogni caso, che gli accertamenti possano essere definiti prima dell’inizio del dibattimento, il 10 febbraio.
I cinque familiari indagati sono, oltre allo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq (tutti e tre rintracciati all’estero, in Europa, e ora in carcere), il padre Shabbar Abbas (arrestato in Pakistan, dove sono in corso udienze per decidere sull’estradizione chiesta dall’Italia, con la prossima data fissata il 10 gennaio) e la madre Nazia Shaheen (ancora latitante). Devono tutti rispondere di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Secondo la Procura reggiana la 18enne sarebbe stata uccisa per essersi ribellata a un matrimonio imposto. (fotografia da Facebook)