E’ stata decretata nella notte la morte cerebrale di Barbara Capovani, la psicologa di 55 anni aggredita nel pomeriggio di venerdì scorso, 21 aprile, all’esterno dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, reparto Salute Mentale Adulti e SPCD.
La donna era in condizioni disperate ed era stata sottoposta a un intervento chirurgico per cercare di salvarle la vita, ma purtroppo le ferite riportate durante l’aggressione si sono rivelate troppo gravi e per Barbara Capovani non c’è stato nulla da fare.
Come riportato dalla stampa locale, l’aggressione, avvenuta alla fine del turno della professionista, è stata immortalata dalle telecamere di videosorveglianza all’esterno dell’ospedale e gli inquirenti hanno fermato Gianluca Paul Seug, 35enne residente a Torre del Lago (Pisa), con l’accusa di tentato omicidio premeditato, reato che ora sarà riformulato in omicidio volontario premeditato.
L’uomo fermato era paziente della dottoressa dal 2019 e avrebbe sorpreso alle spalle la donna, colpendola ripetutamente sul cranio, con un oggetto non ancora ritrovato. Il giorno prima dell’aggressione il 35enne si era recato alla Psichiatria territoriale di Pisa per chiedere di incontrare la professionista senza riuscirci.
Gianluca Paul Seug, oltre a essere in cura da anni, aveva numerosi precedenti, tra cui l’aggressione a uno psichiatra dell’Ospedale di Viareggio.
Barbara Capovani lascia tre figli che hanno disposto la donazione degli organi.
“Oggi alle 12 tutti gli operatori dei Dipartimenti di salute mentale in Italia osserveranno due minuti di silenzio e di completa interruzione di ogni attività clinico-assistenziale in ricordo di Barbara Capovani”. Lo rende noto, come riportato dall’Ansa, la psichiatra Liliana Dell’Osso, presidente della Società italiana di psichiatria. Alla stessa ora psichiatri e operatori sanitari pisani si raduneranno davanti al reparto di Psichiatria sociale dell’ospedale Santa Chiara di Pisa per rendere omaggio alla collega uccisa e per denunciare “commenti irripetibili comparsi sui social contro gli psichiatri e più in generale gli operatori sanitari” e per “chiedere tutela e invertire la rotta di una continua delegittimazione del ruolo e del servizio svolto dal personale sanitario”. (fotografia di repertorio)