Facebook è stata sanzionata dall’Antitrust per 7 milioni di euro “per non aver attuato quanto prescritto nel provvedimento emesso nei loro confronti nel novembre 2018”. L’ha reso noto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, sottolineando che l’azienda non abbia “ottemperato alla diffida di rimuovere la pratica scorretta sull’utilizzo dei dati degli utenti e non hanno pubblicato la dichiarazione rettificativa richiesta dall’Autorità”.
Nel 2018 l’Antitrust aveva accertato che il social network induceva gli utenti a registrarsi sulla piattaforma, ma non informava gli utenti in modo adeguato, durante l’attivazione dell’account, sull’utilizzo dei dati, soprattutto dell’attività svolta sul social con un intento commerciale. Secondo l’authority le informazioni fornite nel momento dell’attivazione dell’account erano molto generiche e non specificavano come venissero usati i dati dell’utenza, soprattutto la distinzione tra personalizzazione del servizio e l’utilizzo dei dati che sarebbero serviti per campagne pubblicitarie mirate.
L’Antitrust aveva multato la società per 5 milioni di euro e disposto che venisse pubblicata una spiegazione dell’utilizzo dei dati sulla home page italiana, sulla app sulla pagina personale di ogni utente, ma non è mai stato fatto. Anzi, l’authority ha constato che continua la pratica scorretta accertata: “le due società non hanno pubblicato la dichiarazione rettificativa e non hanno cessato la pratica scorretta accertata: pur avendo eliminato il claim di gratuità in sede di registrazione alla piattaforma, ancora non si fornisce un’immediata e chiara informazione sulla raccolta e sull’utilizzo a fini commerciali dei dati degli utenti”. Secondo l’Autorità, si tratta di informazioni di cui il consumatore necessita per decidere se aderire al servizio, alla luce del valore economico assunto per Facebook dai dati ceduti dall’utente, che costituiscono il corrispettivo stesso per l’utilizzo del servizio.
Un portavoce di Facebook ha commentato: “Prendiamo atto dell’annuncio della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ma rimaniamo in attesa della decisione del Consiglio di Stato sull’appello che abbiamo presentato rispetto al provvedimento iniziale emesso dall’Autorità. La tutela della privacy per noi è estremamente importante e abbiamo già apportato una serie di cambiamenti, anche alle nostre Condizioni d’uso, per chiarire ulteriormente come utilizziamo i dati per fornire i nostri servizi e la pubblicità personalizzata”.