Giovanni Allevi è stato ospite nella seconda serata, quella di mercoledì 7 febbraio, del Festival di Sanremo e ha commosso tutto il pubblico con le sue parole. Il pianista, che dal 2022 è affetto da mieloma multiplo, è apparso per la prima volta su un palco dall’annuncio della sua malattia ed era visibilmente commosso.
Prima di avvicinarsi al pianoforte, Allevi si è messo a nudo, parlando con la semplicità e delicatezza che lo contraddistingue, raccontando questi anni di lotta e di ciò che lo ha fatto andare avanti, delle cose belle che ha potuto vedere in questo periodo durissimo.
Il monologo di Giovanni Allevi:
“All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto il dolore alla schiena era talmente forte all’applauso finale che non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello, e non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi: ho guardato il soffitto per un anno consecutivo. Ho perso il mio lavoro, i capelli, ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se il dolore mi porgesse dei doni inaspettati: non molto tempo fa, prima di tutto questo, ho notato una poltrona vuota in un teatro tutto pieno. Mi sono sentito mancare. Eppure a inizio carriera ho suonato per 10-15 persone ed ero felicissimo. Oggi, dopo la malattia, non so cosa darei per esibirmi davanti a 15 persone. I numeri non contano”, ha esordito il Maestro.
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E continua: “Sembra paradossale detto da qui, perché ogni individuo è unico, irripetibile, nel suo modo infinito. Un altro dono: la gratitudine nei confronti della bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti visti da quelle stanze d’ospedale. Il rosso dell’alba è diverso dal rosso del tramonto e se ci sono le nuvolette intorno è ancora più bello”.
“Un altro dono è la gratitudine di fronte alla bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato dalle stanze di ospedale. E ancora la riconoscenza per il talento dei medici e degli infermieri, per la ricerca scientifica, senza i quali non sarei qui. Per il sostegno della mia famiglia e l’affetto e l’esempio che ricevo dagli altri pazienti. Li chiamo guerrieri. Lo sono anche i loro familiari, i genitori dei piccoli guerrieri. Li ho portati tutti con me sul palco, anime splendenti. Meritano un applauso”.
E conclude: “Ancora un dono. Quando tutto crolla e resta solo l’essenziale, il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più. Il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette. Eppure sento che in me c’è qualcosa che permane, e che penso che permarrà in eterno. Io sono quel che sono ed è bellissimo essere se stessi. Voglio accettare il nuovo Giovanni. Che mai sarà il giudizio dell’esterno?”.
Al Festival di Sanremo Giovanni Allevi ha suonato “Tomorrow”: “Non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l’anima”.
(foto: pagina Instagram di Sanremo)
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