Riduzione dei tagli cesarei che si accompagna ad una riduzione anche delle complicazioni neonatali e delle lacerazioni del canale da parto: il Punto Nascita della struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma diretta da Tullio Ghi è, come si legge in un comunicato stampa dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, risultato il migliore in Emilia-Romagna e in Italia nell’anno 2022 in base ai dati pubblicati nei giorni scorsi sul Programma nazionale esiti, un osservatorio permanente sull’assistenza ospedaliera italiana redatto dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) su mandato del Ministero.
Delle 342 strutture italiane valutate da Agenas, 50 raggiungono un livello di qualità molto alto. E la regione che presenta la percentuale più alta di strutture di eccellenza è l’Emilia-Romagna. Tra queste Parma si colloca al primo posto in Italia su uno dei parametri considerati di maggiore importanza dall’organizzazione mondiale della Sanità e presi in considerazione da Agenas come indicatori di qualità nell’assistenza ostetrica: la bassa percentuale di parti cesarei primari, vale a dire la percentuale di donne mai sottoposte a taglio cesareo che partoriscono per le vie naturali.
Al Punto Nascita del Maggiore solo 7 parti su 100 necessitano di un taglio cesareo (7,18% per l’esattezza contro una media nazionale del 23%). Ottimi dati anche sulla gestione delle donne con pregresso parto chirurgico, con una percentuale di 37 su 100 partorienti che riescono a concludere la gravidanza con un parto fisiologico avendo avuto un precedente taglio cesareo (contro una media nazionale di 10,58). Infine la Maternità di Parma è quella in Regione Emilia-Romagna con la proporzione più bassa di episiotomie nei parti vaginali(<1%).
“E’ obiettivo primario per la nostra équipe di medici e ostetriche rispettare la fisiologia del parto – sottolinea con soddisfazione Tullio Ghi direttore di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma -, in particolare per le gestanti alla prima gravidanza o che hanno già avuto parti fisiologici. E i dati testimoniano che la probabilità di dover ricorrere ad un taglio cesareo per questa popolazione ostetrica a basso rischio è estremamente ridotta, la più bassa che sia stata registrata in tutti i punti nascita italiani”.
Un altro dato importante che emerge dal report Agenas è che il Punto Nascita di Parma è nelle primissime posizioni tra i punti nascita italiani che riescono a far conseguire un parto vaginale anche alle donne con già un taglio cesareo alle spalle. “Nei dati di Agenas relativi alla nostra struttura – continua Ghi – quasi il 38% delle donne già sottoposte ad un taglio cesareo sono comunque riuscite a conseguire un altro parto vaginale, dato tra i migliori in Italia”.
“Questi dati si accompagnano ad un dato non registrato dal report Agenas ma documentato clinicamente che è rappresentato da esiti neonatali ottimi, vale a dire una ulteriore riduzione del numero di bimbi ricoverati in neonatologia per complicazioni del parto. Una soddisfazione per tutti i professionisti che lavorano nel Percorso nascita che dimostra come sia possibile ridurre, anche in un Centro hub come quello di Parma che segue una media di 2500 parti all’anno, il tasso di parti cesarei riducendo al contempo le complicazioni neonatali da parto e le lacerazioni del canale da parto”.