Storia a lieto fine a San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, dopo una donna minacciava il suicidio da un ponte tibetano. In suo soccorso è giunta Martina Pigliapoco, una giovane carabiniere donna della stazione di San Vito di Cadore che, si è seduta sulla passerella e si è confrontata con la donna per quasi quattro ore, convincendola a tornare dalla famiglia.
All’arrivo dell’arma la donna aveva già scavalcato le protezioni del ponte tibetano e impediva a chiunque di avvicinarsi. Martina, giunta sul posto con un collega, è riuscita ad avvicinarsi e, rimanendo a distanza, si è seduta sulla passerella e ha instaurato un dialogo con l’aspirante suicida.
Intervistata da Adnkronos, la giovane carabiniere donna ha raccontato di aver provato una “gioia immensa, indescrivibile. Mi sono sentita veramente utile nel fare questo lavoro e orgogliosissima di averla aiutata”. Ha poi continuato: “La trattativa è durata quasi quattro ore. È stata un’opera di convincimento, poi, a un certo punto, ho capito che i figli erano il punto cardine, la donna ha fatto una chiamata al marito. A quel punto si è sbloccata la sua situazione psicologica, mi ha parlato di sé, dei suoi problemi, principalmente economici. Ha lasciato che mi avvicinassi, con il dialogo l’ho convinta a tornare sui suoi passi. È stata molto riconoscente – ha concluso –. Ha capito l’errore e mi ha ringraziato, insieme alla sua famiglia, in tutti i modi”.
Un gesto che ha ricevuto il plauso di Luca Zaia, presidente del Veneto: “Un eccezionale esempio di coraggio, professionalità, sangue freddo e di grande capacità di interagire con chi è in difficoltà. La carabiniera ha affrontando con successo una circostanza estremamente difficile. Situazione che ha saputo risolvere anche grazie a intelligenza e tanta sensibilità”.