Sono migliaia le persone che hanno deciso di mobilitarsi e dare il proprio contributo, anche se piccolo, alle popolazioni colpite dall’alluvione. Tra questi, ci sono professionisti che hanno rinunciato al lavoro di una vita per salvare persone. È il caso degli agricoltori della cooperativa agricola Cab Ter.Ra. di Ravenna.
“Non potevamo tirarci indietro se Ravenna era a un passo dall’essere sommersa“. Racconta a Repubblica Lino Bacchilega, direttore della coop agricola. “Il questore ci ha chiesto il permesso di tagliare l’argine e di allagare i terreni dei nostri 70 soci per alleggerire la pressione dell’acqua e tentare di salvare il salvabile. Ci siamo guardati negli occhi, ma sapevamo già che un rifiuto sarebbe stato una vergogna imperdonabile“.
Bacchilega non concorda con chi li definisce eroi, ma è consapevole che il loro gesto avrà un impatto devastante sul lavoro futuro: “Fare il proprio dovere e mettere al primo posto l’interesse collettivo significa essere cittadini normali, non eroi. In questo momento però, ogni contadino conosce le conseguenze di perdere i raccolti e di devastare la terra per anni. Ci vorrà molto tempo per tornare a rendere coltivabili i fondi trasformati in una palude”.
Nel frattempo, la Coldiretti Emilia Romagna ha annunciato l’apertura di una raccolta fondi per sostenere le imprese agricole colpite dall’alluvione.