All’aeroporto Guglielmo Marconi requisite 50mila mascherine chirurgiche importate dalla Cina e destinate a rivenditori privati; all’interporto di Bentivoglio 13mila dispositivi medici monouso per la ventilazione respiratoria, di produzione italiana, destinati alla Repubblica Sudafricana.
50mila mascherine e oltre 13mila dispositivi medici monouso per la ventilazione respiratoria requisiti questa mattina all’aeroporto e all’interporto di Bologna e già consegnati all’Agenzia di protezione civile dell’Emilia-Romagna.
Un importante quantitativo di materiale sanitario che può rimanere, quindi, in Emilia-Romagna, grazie alla duplice operazione condotta da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e Guardia di Finanza – Comando provinciale, in esecuzione delle direttive del Procuratore Capo della Procura di Bologna, Giuseppe Amato, e del Prefetto di Bologna, Patrizia Impresa, e con la collaborazione della Protezione civile.
Le mascherine, di tipo chirurgico, requisite all’aeroporto Guglielmo Marconi erano di importazione cinese e destinate a rivenditori privati, mentre i dispositivi medici monouso per la ventilazione respiratoria intercettati all’interporto di Bentivoglio, di fabbricazione italiana, erano illegalmente destinati alla Repubblica Sudafricana. Un duplice blocco, dunque, di importazione ed esportazione, attuato con la massima tempestività e collaborazione di tutte le forze in campo.
“Diciamo ancora una volta grazie per questo intervento straordinario, che ha permesso di restituire alla nostra comunità materiale prezioso. E’ ignobile che ci sia chi continua, per bramosia di guadagno e in un momento drammatico per il nostro Paese e per il mondo, a speculare sulla salute e la vita delle persone. Ognuno per la propria parte e secondo la propria responsabilità – ha affermato l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini – sta facendo il massimo sforzo e mettendo il massimo impegno per affrontare questa emergenza, perché solo insieme riusciremo a uscirne. Ma evidentemente c’è chi questo senso di comunità e solidarietà non solo non lo conosce e non lo rispetta, ma lo disprezza. L’augurio è che operazioni come questa non debbano mai più rendersi necessarie, da parte nostra continueremo a fornire la massima collaborazione come abbiamo fatto sinora”.