Sanremo si farà o slitterà in primavera inoltrata? Ci sarà pubblico in sala?
Dopo la pubblicazione del nuovo Dpcm sembrava che l’edizione 2021 del Festival di Sanremo fosse a rischio, ma dopo una riunione tra vertici Rai, Amadeus e delle strutture coinvolte nell’organizzazione arriva la conferma: il festival della canzone italiana si terrà dal 2 al 6 marzo. Lo rende noto la stessa Rai con una nota ufficiale, arrivata in tarda serata di ieri, lunedì 18 gennaio.
Nella nota si può leggere che durante l’incontro si è parlato molto del Protocollo sanitario e organizzativo di tutto il festival, che presto verrà sottoposto alle autorità competenti in modo da poter prevedere il pubblico in sala. Punto su cui Amadeus ha calcato molto nei giorni scorsi durante diverse interviste rilasciate.
Come riporta Rainews, il pubblico potrebbe essere formato da operatori sanitari, medici e infermieri, già sottoposti a vaccinazione e che cambierà ogni sera. Un modo per ringraziare chi si è adoperato fino ad ora in prima linea per la pandemia, mettendo a rischio la propria vita. Inoltre è previsto un ricambio giornaliero degli operatori provenienti dalla Liguria, in modo che possano rientrare alle proprie abitazioni in tempi brevi.
Si sta inoltre cercando di organizzare le conferenze stampa in modo che vengano rispettate le norme anti contagio e il distanziamento, inoltre sarà previsto un tetto massimo per le presenze dei cronisti che si aggira sul centinaio. Un numero davvero esiguo, se si pensa che normalmente, nelle altre edizioni, sono presenti un migliaio di persone tra stampa, tv e radio. Anche per la sala stampa si sta pensando a un sistema di voto da remoto per evitare assembramenti, tutti punti sui cui l’organizzazione sta lavorando per trovare una soluzione il prima possibile.
Anche i discografici sono preoccupati per l’organizzazione del festival, come riporta l’Ansa, il ceo di Fimi Enzo Mazza ha suggerito la realizzazione di “un evento sostanzialmente televisivo, limitato alla pura esibizione degli artisti e senza altre attività collaterali che possono fare esplodere i contagi, e con un protocollo concordato con il Comitato tecnico scientifico e trasmesso a tutti gli operatori”.
“Finora – ha continuato Mazza – si è parlato soprattutto del contorno, delle preoccupazioni per ristoranti, commercianti, per il palco in piazza Colombo. Oppure si è parlato del pubblico e della nave come ipotesi per garantirne la sicurezza o dell’organizzazione della sala stampa. Ma il festival è fatto di tanti elementi, a partire dagli artisti in gara che dagli hotel devono essere portati all’Ariston per le prove e per le esibizioni, con regole molto precise per ridurre al minimo i rischi. Per quanto riguarda ciò che accade all’esterno, le regole ci sono e sono quelle previste dal nuovo decreto: se i concerti non si possono tenere, se i ristoranti sono chiusi, non capisco di che cosa stiamo parlando. Quelle disposizioni valgono per tutta Italia e quindi anche per Sanremo”. Per l’industria musicale l’importante è fare presto: “Servono regole precise perché tutto va organizzato, a partire dalle uscite dei dischi”.