Continua la “telenovela” Sanremo, che negli ultimi giorni ha avuto alcuni colpi di scena. Dopo l’approvazione dell’ultimo Dpcm (che ha termine il 5 marzo) sembrava che il festival della canzone italiana potesse slittare a primavera inoltrata, ma dalla Rai è arrivata la conferma sulle date: il festival si terrà dal 2 al 6 marzo come previsto.
Dalla Rai è arrivata anche la proposta di portare in sala un pubblico di circa 150 persone a serata, formato da medici e infermieri già vaccinati, ma questa mattina è arrivato lo stop dal prefetto di Imperia Alberto Intini. Queste le sue parole all’Ansa: “Una cosa è certa, scontata per loro e per noi: non sarà un evento pubblico, e questo è evidente. L’attuale Dpcm, in vigore fino al 5 marzo, non consente spettacoli aperti al pubblico nei teatri. Al massimo resterebbe fuori soltanto la serata finale del 6”.
Ora anche il Codacons è pronto a chiedere il blocco del Festival e ad impugnare al Tar qualsiasi atto che autorizzi la manifestazione canora nella cittadina ligure in assenza di condizioni adeguate. Da poco è stato pubblicato un comunicato stampa sul sito dell’associazione, in cui si legge: “E’ evidente che, considerata la grave situazione di emergenza del paese, non potrà svolgersi alcun Festival se non saranno garantite in modo adeguato la sicurezza e la salute pubblica. I cittadini italiani sono da mesi costretti a limiti e rinunce, e non è possibile consentire eccezioni in favore della Rai che rischiano di avere ripercussioni sul fronte dei contagi”, come afferma il presidente Carlo Rienzi.
“La gara potrà quindi svolgersi solo a condizione che la Rai applichi misure stringenti per tutelare la sicurezza non solo di un eventuale pubblico in sala e di migliaia di lavoratori coinvolti nell’evento, ma anche di tutti i cittadini residenti a Sanremo, la cui salute sarebbe messa in serio pericolo da assembramenti e folle lungo le strade” , ha aggiunto Rienzi.