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SERIE A – 10a Giornata | L’Empoli meglio dell’Inter per mezzora: poi resta in dieci (espulso Goglichidze), e i nerazzurri nel secondo tempo vincono la partita.

EMPOLI (3-4-2-1) – 23 Vasquez; 2 Goglichidze, 34 Ismajli, 21 Viti; 11 Gyasi (dal 32′ st 7 Sambia), 93 Maleh (dal 12′ st 6 Henderson), 8 Anjorin (dal 12′ st 3 Pezzella), 13 Cacace; 10 Fazzini, 17 Solbakken (dal 1′ st 22 De Sciglio); 29 Colombo (dal 21′ st 9 Pellegri). A disp. 12 Seghetti, 98 Brancolini; 31 Tosto, 35 Marianucci, 5 Grassi, 16 Belardinelli, 32 Haas, 19 Ekong, 90 Konate. All. Roberto D’Aversa

INTER (3-5-2) – 1 Sommer; 31 Bisseck, 6 De Vrij (dal 36′ st 42 Palacios), 95 Bastoni (dal 20′ st 28 Pavard); 36 Darmian, 16 Frattesi, 23 Barella, 22 Mkhitaryan (dal 20′ st 7 Zielinski), 32 Dimarco (dal 20′ st 2 Dumfries); 10 Lautaro, 9 Thuram (dal 30′ st 99 Taremi). A disp. 12 Di Gennaro, 13 Martinez; 8 Arnautovic, 11 Correa, 17 Buchanan, 21 Asllani, 52 Berenbruch. All. Simone Inzaghi

Arbitro: Sig. Matteo Marchetti di Ostia Lido (Scatragli-Moro | IV Uff.le Massimi – VAR Serra-La Penna)

Marcatori: al 5′ st 16 Frattesi (I), al 22′ st 16 Frattesi (I), al 34′ st 10 Lautaro (I).

Note: Angoli Empoli 1 Inter 4. Ammoniti: al 38′ 13 Cacace (E); al 17′ st 95 Bastoni (I). Espulsi: al 31′ 2 Goglichidze (E). Recupero: 4′ pt – 3′ st. Spettatori: 18mila.

 

In Serie A le partite sono tutte maledettamente complicate, specialmente per una squadra come l’Empoli che ogni anno è chiamata a compiere sempre una vera e propria impresa per ottenere il proprio obiettivo: la salvezza. Ma il calendario azzurro di questo inizio di stagione è stato veramente inclemente, per non andare ad utilizzare altri termini eventualmente più coloriti. Dopo la Juventus, la Fiorentina, il Napoli ecco che al Castellani si affaccia l’Inter che, sommate alle trasferte in casa di Roma, Bologna e Lazio, hanno dato vita ad una partenza stagionale non certo semplice. Per fortuna gli azzurri sono partiti bene, così che gli undici punti raccolti alla vigilia della decima giornata appaiono un bottino di tutto rispetto.

Con questa certezza, e con la voglia di continuare a stupire, la squadra di D’Aversa si appresta ad affrontare i Campioni d’Italia in carica, accompagnati da almeno settemila tifosi al seguito: metà stadio, insomma. C’è anche, purtroppo, una mini-emergenza da affrontare: sempre assente Esposito, che ne avrà ancora per un po’, oltre ai lungodegenti Sazonov, Zurkowski ed Ebuehi, gli azzurri devono fare i conti con molti elementi non al top della condizione, alcuni dei quali stringendo i denti si rendono disponibili. La difesa è incerottata: Ismajli e Viti, per esempio, ma anche Grassi accusa un problemino. Ed infatti il numero cinque empolese trova spazio in panchina, lasciando spazio a Maleh dal primo minuto che forma la coppia con Anjorin.

Anche l’Inter sarebbe in emergenza, soprattutto a centrocampo, ma poi leggi i nomi e sorridi, quindi meglio sorvolare.

Si gioca alle 18:30, di mercoledì, meglio sorvolare anche qui, anche perché pure lunedì prossimo contro il Como sarà alle 18:30, e poi tanto ormai è una battaglia persa, per cui le buone abitudini degli italiani sono destinate a “farsi friggere”. Le buone abitudini, però, se le sarebbe prese anche questo Empoli di D’Aversa che, dopo aver messo sotto Lazio, in casa loro, e Napoli, perdendo entrambe le partite immeritatamente, pare mettere sotto anche l’Inter, alla faccia dell’emergenza “fisica”, delle assenze e della stanchezza. La prima mezzora è quasi perfetta, tanto che le uniche annotazioni di cronaca sono di provenienza empolese, con l’Inter costretta a rincorrere e poco produttiva.

Dopo un gol annullato a Darmian (19′), giustamente per un tocco con la mano, nell’unica sortita offensiva tra l’altro anche tanto fortuita quanto casuale, arriva la svolta “decisiva” della partita al 31′. Il georgiano Goglichidze colpisce con i tacchetti esposti l’attaccante Thuram, spalle alla porta e a cinque metri dall’area di rigore toscana. Per l’arbitro, appostato a due metri, è cartellino giallo, ma per il VAR l’intervento è meritevole di un rosso, così Marchetti viene chiamato al monitor e il direttore di gara di Ostia Lido cambia colore del cartellino e anche il senso della partita.

Da quel momento in poi, anche se per la verità l’Empoli chiude bene anche in dieci la prima frazione, è l’Inter con la forza di un uomo in più a fare decisamente la partita. Tuttavia la prima frazione termina a reti inviolate. Negli spogliatoi D’Aversa corre ai ripari: sacrifica Solbakken, con l’ex romanista ancora lontano dalla forma migliore e apparso ancora molto appannato, per l’esperienza di De Sciglio. La mossa ha un senso, anche se resistere all’Inter in inferiorità numerica per un intero tempo appare impresa assai ardua.

Il problema è che dopo appena cinque minuti dalla ripresa delle ostilità l’Inter passa in vantaggio, e lo fa con l’ex Frattesi. Il tiro del numero sedici nerazzurro si infila beffardamente dopo una deviazione sotto l’incrocio dei pali alla destra di Vasquez, che nulla può neanche diciassette minuti dopo quando lo stesso Frattesi lo infila con una precisa rasoiata all’angolino basso. E’, tra l’altro, la prima doppietta in Serie A per l’ex empolese che non esulta per rispetto alla sua ex squadra ed ex tifosi. E’ evidentemente la serata dei record per l’Inter che, in una partita ormai senza senso e senza storia, cala il tris al 34′ con Lautaro: l’argentino da stasera è il miglior marcatore straniero della storia nerazzurra con 135 reti.

Poi i nerazzurri decidono di non affondare più, un po’ perché le energie, nonostante le girandole dei cambi, sono al minimo ed un po’ perché l’Empoli con orgoglio resta “squadra” fino alla fine mostrando un forte senso di identità. Il messaggio arriva forte e chiaro anche agli sportivi empolesi, i quali intuiscono che lo 0-3 è punizione severa quanto eccessiva, e figlia di un episodio sfortunato capitato dopo mezzora di contesa, così dopo il triplice fischio finale per gli uomini di D’Aversa giungono applausi meritati.

La piazza di Empoli è anche e soprattutto questo: ciò che insieme ad altri ingredienti fanno la differenza. Ora, però, all’orizzonte arrivano due partite chiave per il proseguo del campionato degli azzurri e per il raggiungimento del proprio obiettivo: lunedì ancora al Castellani contro il Como, e poi pochi giorni dopo, e prima della sosta per gli impegni delle nazionali, in trasferta sul campo del Lecce.

Fonte: gabrieleguastella.it

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