Servizio di Gabriele Guastella
CAGLIARI (3-5-2) – 28 Cragno; 23 Ceppitelli (dal 39′ st 30 Pavoletti), 44 Carboni (dal 1′ st 2 Godin), 22 Lykogiannis (dal 32′ st 20 Pereiro); 40 Walukiewicz (dal 25′ st 4 Caceres), 18 Nandez, 8 Marin, 14 Deiola (dal 1′ st 16 Strootman), 29 Dalbert; 10 Joao Pedro, 9 Keita Balde. A disp. 1 Aresti, 31 Radunovic, 15 Altare, 12 Bellanova, 17 Farias, 27 Grassi, 21 Oliva. All. W. Mazzarri
EMPOLI (4-3-1-2) – 13 Vicario; 30 Stojanovic (dal 19′ st 34 Ismajli), 6 Romagnoli, 42 Viti, 3 Marchizza; 27 Zurkowski, 28 Ricci (dal 19′ st 5 Stulac), 8 Henderson; 32 Haas (dal 38′ st 25 Asllani); 11 Di Francesco (dal 38′ st 10 Bajrami), 99 Pinamonti (dal 42′ st 19 La Mantia). A disp. 22 Furlan, 33 Luperto, 65 Parisi, 35 Baldanzi, 7 Mancuso, 9 Cutrone, 17 Ekong. All. A. Andreazzoli
Arbitro: Sig. M. Di Bello di Brindisi (Bindoni-Margani | IV Uff.le Giua – VAR Doveri-Preti)
Marcatori: al 29′ 11 Di Francesco (E); al 24′ st 5 Stulac (E).
Note: Angoli Cagliari 7 Empoli 4. Ammoniti: al 21′ Zurkowski (E), al 30′ st 5 Godin (C), al 49′ st 18 Nandez (C). Espulsi: nessuno. Recupero: 1′ pt – 5′ st. Spettatori: 6mila (stadio aperto al 50% di capienza per emergenza sanitaria).
Turno infrasettimanale per la Serie A che arriva alla quinta giornata, per l’Empoli trasferta sul difficile campo del Cagliari, la seconda partita lontano dalle mura amiche dopo le due gare consecutive casalinghe contro Venezia e Sampdoria dove purtroppo gli azzurri hanno rimediato due cocenti sconfitte.
Gestione non semplice alla vigilia di questa complicata trasferta per mister Aurelio Andreazzoli che deve gestire la testa dei ragazzi e deve fare anche i conti con alcune defezioni importanti: mancano Tonelli, Damiani e Fiamozzi, oltre al portiere Ujkani, per infortunio, Parisi c’è ma ancora non è pronto e sugli esterni Stojanovic e Marchizza devono fare gli straordinari. Il tecnico sorprende tutti con ben cinque cambi alcuni inaspettati.
Dentro dal primo minuto la coppia di centrali Romagnoli-Viti, Haas sulla trequarti con Zurkowski e Henderson ai lati, Ricci play basso, e poi l’inedita coppia offensiva Di Francesco-Pinamonti. Filosofia che non cambia: si va a Cagliari con il 4-3-1-2 e si sbarca in Sardegna per fare gioco.
L’ex Mazzarri invece arriva a questa sfida dopo un buon pareggio ed una buona prestazione in casa della Lazio (2-2), è alla seconda gara sulla panchina dei rossoblù, che schiera con un 3-5-2 molto offensivo. Sugli spalti si respira la pressione del pubblico che vuole la prima vittoria stagionale in campionato.
PRIMO TEMPO – Alla vigilia ti aspetti un Cagliari dominatore del match e l’Empoli pronto a ripartire dentro gli spazi, ma pensando così non crederemmo fino in fondo alla filosofia dell’ambiente azzurro e rischieremmo di essere smentiti. Così, guardando lo schieramento e il modulo tattico pensiamo che l’Empoli ci proverà davvero. E ad essere smentiti sono la stampa nazionale e gli avversari. Gli avversari più che altro sono letteralmente sorpresi dal gioco dell’Empoli: aeroso, gradevole, logico, lineare, sereno, convinto dei propri mezzi e delle proprie qualità.
Così dentro al quarto giro di lancette è Pinamonti ad impegnare con una non semplice parata a terra Cragno, e l’occasione azzurra è solo un preludio ad un’avvolgente e continua manovra empolese. L’Empoli è come un maestoso ragno che tende la tela in cui la preda rimane intrappolata. Vicario, illustre e fresco ex di turno, si vede solo intorno al quarto d’ora per una parata su un tiro-cross dalla sinistra.
Al 29′ l’Empoli colpisce il Cagliari e passa in vantaggio, a coronamento di una mezzora di una sontuosa intelligenza tattica che ha quasi del clamoroso… se non conoscessimo i credo dell’ambiente empolese.
Haas lavora un buon pallone all’altezza del lato corto dell’area di rigore avversaria, l’elvetico quasi pattina sul prato nell’effettuare il dribbling sull’avversario e diventa in pratica “la giocata” con la quale trova lo spazio giusto per effettuare l’assist a centro area per Di Francesco. Il figlio d’arte, suo babbo Eusebio ex calciatore azzurro cresciuto nell’Empoli e attualmente tecnico senza squadra, addomestica il pallone e calcia in porta trovando nella deviazione di Ceppitelli un episodio amico per battere l’estremo difensore Cragno.
Il Cagliari subisce il contraccolpo dello svantaggio e tre minuti dopo rischia di affondare. Triangolo sull’asse Zurkowski-Henderson-Zurkowski, il polacco dallo spigolo sinistro dell’area di rigore manda di poco sul fondo.
Si vede il Cagliari al 34′ con lo strappo di Nandez che serve Marin, quindi Joao Pedro e di nuovo Marin che da dentro l’area di rigore scuote l’esterno della rete, alla sinistra di Vicario che comunque sembrava con i tempi giusti pronto eventualmente ad intervenire.
L’Empoli fa la partita e costringe in pratica il Cagliari a vivere sulle fiammate, principalmente grazie alle “sgroppate” sugli esterni di Nandez e destra e Dalbert a sinistra.
Al 39′ è proprio da una di queste di Dalbert che nasce un nuovo episodio pericoloso a favore dei sardi. L’esterno va al cross dalla fascia e trova una deviazione di Stojanovic che costringe Vicario ad un non semplice intervento per mandare il pallone in angolo.
Al 41′ l’ultimo episodio della prima frazione, con Henderson che impegna Cragno nella respinta di un suo tiro forte ma centrale.
SECONDO TEMPO – Il Cagliari rientra in campo con due novità importanti: dentro Godin a comandare la difesa al posto di Carboni e dentro anche Strootman al posto di Deiola.
Due cambi che sembrano dare la risposta voluta al tecnico Mazzarri, almeno nel primo quarto d’ora di una seconda frazione in cui i padroni di casa costruiscono più di quanto fatto vedere in una intera prima frazione.
Al 12′ Lykogiannis effettua un cross da sinistra molto insidioso che taglia tutta l’area di rigore e su cui Joao Pedro manca la deviazione di un soffio.
Al 14′ discesa portentosa di Nandez a destra cross in area e pallone che arriva dalla parte opposta a Keita Balde, l’attaccante ex Lazio, Inter, Samp e Monaco controlla e supera Vicario con un rasoterra che però trova l’opposizione del palo prima di rientrare in campo essere toccato dallo stesso portiere azzurro ed essere allontanato dalla difesa empolese.
La pressione dei padroni di casa si fa sentire con una nuova occasione dentro al 16′ che culmina con un colpo di testa sul fondo di Godin.
Due minuti dopo, dentro al 18′, l’Empoli però si costruisce una buona palla gol. Su azione di calcio d’angolo Pinamonti calcia al volo e trova l’opposizione con il corpo di Strootman, la palla arriva a Henderson che calcia di esterno con il pallone che muore a fondo campo.
E’ il momento decisivo della partita e Andreazzoli ha il merito di intuirlo. Così il tecnico azzurro opta per un doppio cambio dentro al 19′: Stojanovic e Ricci, leggermente acciaccati per alcuni scontri di gioco, lasciano spazio a Ismajli e Stulac con l’ex Spezia ripiegato a destra.
E proprio Ismajli al 22′ calcia verso Cragno dai venti metri trovando l’opposizione di Joao Pedro provvidenziale a deviare in angolo.
I due cambi operati da Andreazzoli sembrano azzeccati perché di fatto il Cagliari è di nuovo intrappolato nella propria metà campo, in preda alla ragnatela di passaggi geometrici e lineari pensati dagli azzurri. Una manovra talmente avvolgente che diventa frastornante per i padroni di casa quasi incapaci di opporsi in maniera efficace.
La risposta di questo pensiero arriva con i fatti tra il 23′ ed il 24′ minuto. Prima Zurkowski, dopo aver recuperato palla a centrocampo ed aver duettato con Pinamonti, impegna Cragno in angolo. Poi nel giro di lancette successivo sugli sviluppi del corner è Stulac a trovare un gol di pregevole fattura con un tiro indirizzato sotto l’incrocio dei pali alla destra di Cragno.
Il tecnico dei sardi Walter Mazzarri scuote la testa ed appare quasi incredulo innanzi a tale risultato che sta maturando e prova comunque a scuotere i suoi inserendo Caceres per Walukiewicz (25′), anticipo di cinque minuti di pressione in cui la squadra di casa prova a tornare subito in partita con una serie importante di calci d’angolo ed una pressione e presenza quasi costante dentro l’area di rigore empolese.
Pressione che si interrompe al 30′ quando Di Francesco dopo un palleggio di testa dal limite dell’area di rigore prova a sorprendere Cragno con un tiro che muore sopra la traversa.
Mazzarri tenta il tutto per tutto inserendo anche Gaston Pereiro al posto di Lykogiannis (32′), così i padroni di casa diventano ancora più offensivi ma offrono il fianco alle ripartenze degli avversari.
Ne trae beneficio la partita che diventa spettacolare e che vive di un continuo capovolgimento di fronte.
Al 36′ Henderson da centrocampo vede Cragno fuori dai pali e colpisce una traversa clamorosa, mentre sul ribaltamento di fronte (palla recuperata a centrocampo da Marin, ndr) è Joao Pedro a mandare sul fondo.
Andreazzoli capisce che è arrivato il momento di approfittare degli spazi lasciati dagli avversari e inserisce Bajrami e il giovanissimo Asllani al posto di Haas e Di Francesco ormai senza energie, mentre Mazzarri getta nella mischia anche Pavoletti.
Così il Cagliari prova l’assalto finale mentre è l’Empoli ad andare ancora una volta vicino al tris con un’azione costruita proprio dai due nuovi entrati: Asllani serve infatti in profondità per Bajrami che salta Dalbert aggirandolo con il pallone da una parte e lui dall’altra e poi colpendo un clamoroso palo interno a Cragno battuto.
Nel finale dentro anche La Mantia utile con la sua esperienza a tenere alta la squadra e a far scorrere secondi preziosi anche nei cinque di recupero dove il Cagliari si nota solo a venti secondi dalla fine con un tiro alto sopra la traversa tentato da Gaston Pereiro dal limite dell’area di rigore.
Tre punti preziosi, pesanti come macigni, in uno scontro diretto e contro un avversaria che aldilà delle attuali difficoltà rappresenta un quoziente di difficoltà di quelli importanti.
Ma non c’è tempo di esultare, da domani si torna al lavoro per pensare al prossimo impegno casalingo contro il Bologna, altra sfida ostica e difficile contro un avversario con individualità importanti.