In un’intervista rilasciata al Reader’s Digest, Sting ha dichiarato che non avrebbe partecipato alla reunion dei Police del 2007 e del 2008 se avesse saputo come si sarebbe sentito. A diciannove anni dallo scioglimento della band, Sting, Andy Summers e Stewart Copeland ebbero un grande successo con il loro ritorno sulle scene, ma non tutto andò come previsto.
“All’epoca etichettai il tour come un esercizio di nostalgia. Era semplicemente come lo sentivo allora ed è ancora come lo sento oggi. Penso che sia giusto essere onesti sui propri sentimenti e questo è quel che provavo. Non è uno sminuire le persone con cui stavo o per come sono andate le cose, è solo come l’ho visto alla fine e, siamo onesti, non è questo il modo in cui volevo ricordarlo. Se avessi pensato che sarebbe stata l’emozione che avrei avuto alla fine, non l’avrei fatto”, ha affermato Sting.
Ha poi continuato: “Penso che ci sia libertà nell’essere un artista solista. Non è una cosa che riguarda il potere, si tratta solo di produrre esattamente il marchio e lo stile di musica che pare più giusto per te. La musica, in ogni sua forma, è un processo collaborativo, ma mai come in una band, dove devi considerare le altre persone quasi più di te stesso. Avere la totale libertà è, per me, il massimo dell’emozione dell’essere un artista solista”.
Anche Stewart Copeland sembra dello stesso parere, nel 2019 dichiarò che la reunion fu davvero bella, ma che nessuno desiderava organizzarne un’altra: “In questo momento è davvero bello stare con i miei amici, che sono come fratelli, senza offuscare il problema. Il problema è che sebbene si sia molto orgogliosi della musica che abbiamo fatto e molto orgogliosi dell’impatto della band, è stato molto difficile. La musica che ognuno di noi fa nel suo mondo ora è davvero meravigliosa e gratificante. Noi sappiamo che quando andiamo insieme in sala prove iniziamo di nuovo a urlarci addosso e io preferisco ridere”.