“Cosa facciamo? Ascoltiamo, una rarità al giorno d’oggi”. Inizia così la chiacchierata con Osvaldo Mussatti, presidente di Telefono Amico Modenese, servizio di counseling telefonico il cui obiettivo principale è la prevenzione al suicidio. Ogni anno sono circa 4mila le persone che si tolgono la vita nel nostro Paese, per questo Telefono Amico Modenese, in occasione della 21esima edizione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, domenica 10 settembre, sarà in Piazza Mazzini a Modena, dalle 16 alle 20 per una campagna di sensibilizzazione.
“Cosa facciamo? Ascoltiamo, una rarità al giorno d’oggi”. Inizia così la chiacchierata con Osvaldo Mussatti, presidente di Telefono Amico Modenese, servizio di counseling telefonico che opera nel più completo anonimato, il cui obiettivo principale è la prevenzione al suicidio e la gestione dei momenti di crisi. Un ascolto attivo, volto a creare, qualora sia possibile, una relazione d’aiuto con chi chiama. “Al centro del nostro approccio – spiega Mussatti – non c’è tanto il problema in sé, quanto la persona, con i suoi sentimenti, i suoi vissuti e, soprattutto, i suoi bisogni. Noi scompariamo. Non c’è posto per il volontario: ad essere al centro è la persona che telefona e il suo sentire”. Il centro di Modena ha ricevuto oltre 4mila richieste d’aiuto nel corso del 2022 (oltre 100.000 le chiamate ricevute complessivamente nel 2022 dai 20 centri di ascolto associati a Telefono Amici Italia, tra cui quello di Modena) e il trend è in aumento: “l’anno più difficile è stato il 2020. Con l’irruzione della pandemia nelle nostre vite, le chiamate sono raddoppiate passando nel centro di Modena da 2.930 nel 2019 a 4.261 lo scorso anno. Da allora il trend di crescita non si arresta, complice anche il diffuso senso di insicurezza generatosi dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino”, prosegue il presidente.
A telefonare sono perlopiù uomini tra i 35 e i 60 anni mentre per quanto riguarda gli altri due servizi attivati, Mail Amica e l’ultimo nato Whatsapp Amico, il più complesso da gestire per i volontari per la sua immediatezza, il quadro dell’utenza cambia completamente: a ricorrervi infatti sono soprattutto i giovani, dai 14 ai 25 anni, in larga parte di genere femminile. “Le problematiche manifestate dagli under 25 – continua Mussatti – sono prevalentemente di disagio personale (depressione, pensieri suicidari, autolesionismo) e relazionale (problemi sentimentali, amicali, famigliari). A serpeggiare tra i ragazzi vi è uno spaventoso senso di insicurezza. Una fragilità enorme. Non è raro che ci dicano: Voglio farmi fuori perché vivere è troppo difficile. Tra i più adulti invece le problematiche maggiormente vissute sono di carattere esistenziale. Molti si sentono soli, emarginati, depressi… non sanno con chi parlare. Sfogarsi. E poi non dimentichiamo il drammatico capitolo legato alla malattia mentale”.
Persone che ricercano un contatto perché non hanno nessuno con cui confidare il proprio stato d’animo, il proprio dolore: “in questa società è diventato difficile farsi ascoltare e tanti che sentono il bisogno di sfogarsi ci chiamano. Noi crediamo che, se messo nella giusta condizione, ciascuno di noi abbia le potenzialità per superare il proprio disagio. Per questo motivo cerchiamo di stimolare lo sviluppo delle capacità interiori di ognuno affinché trovi le energie e le risorse necessarie per andare oltre i propri problemi. Attraverso una serie di domande facciamo riflettere il nostro interlocutore sulla sua situazione, sulle alternative che ha a disposizione e sulle strade che può perseguire”.
Ogni anno sono circa 4mila le persone che si tolgono la vita nel nostro Paese: la prevenzione è una priorità. Per questo Telefono Amico Modenese Odv, in occasione della 21esima edizione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, domenica 10 settembre, sarà in Piazza Mazzini a Modena, dalle 16 alle 20 per la campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà 20 città italiane, le realtà dove sono presenti le sedi di Telefono Amico Italia. I volontari e gli amici dell’associazione accoglieranno i passanti chiedendo loro di lasciare un proprio pensiero su come si prendono cura di loro stessi in un momento difficile. “Le risposte verranno raccolte su una bacheca – spiegano gli organizzatori – e potranno diventare un prezioso spunto di riflessione anche per gli altri”. L’hashtag dell’evento del 10 settembre è #nonparlarneè1suicidio perchè spezzare il tabù che ancora esiste su questo tema è fondamentale. “Molte persone che hanno intenti suicidari – conclude Osvaldo Mussatti – non osano nemmeno esprimerli ad alta voce perché la società che li circonda rifiuta categoricamente l’idea che qualcuno possa togliersi la vita. Il problema è che non parlarne alimenta tali fantasie distruttive mentre al contrario condividerle aiuta a prenderne distanza. Confrontarsi con qualcuno, quando si sta attraversando un momento di profonda crisi interiore, può aiutare a vedere risvolti e possibilità insperati. Esprimere liberamente e senza vergogna le proprie emozioni e la propria sofferenza è il primo passo per sentirsi meglio”.
Jessica Bianchi