“Il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939”, lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta il Guardian, in relazione al devastante sisma di magnitudo 7.9 che nella notte (alle 4.17 ora locale, 2.17 ora italiana) ha colpito la zona sud-est della Turchia, vicino al confine con la Siria, con ipocentro a circa 20 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep.
Tantissime, molte delle quali forti, le scosse di assestamento che hanno seguito la prima. In tarda mattinata si è registrata una replica di magnitudo 7.5, poi un’altra di 5.8. Nel primo pomeriggio si è verificato un nuovo terremoto di magnitudo 6.0.
Il bilancio della tragedia continua a salire di ora in ora, mentre si sta continuando a scavare tra le macerie nel disperato tentativo di recuperare persone ancora in vita. Al momento le vittime, nei due Paesi, sono oltre 2300. Migliaia i feriti e i dispersi.
Il governo turco ha fatto sapere in una nota che “finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati”.
“Nella zona dove c’è stato il sisma più forte, ci sono 21 italiani: li abbiamo raggiunti e ci risulta che stiano tutti quanti bene. Nella zona più ampia ci sono 168 italiani: dagli incroci che abbiamo fatto, ci risulta che siano tutti in salvo”. Lo ha detto il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha anche fatto sapere come la Turchia abbia accettato l’aiuto del team di ricerca e soccorso italiano dei Vigili del Fuoco: alle 14.15 è partita la squadra di ricognizione della nostra Protezione Civile.
Il Presidente dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Carlo Doglioni, ha detto al Corriere della Sera che la terra si è spostata di tre metri in alcune decine di secondi lungo una faglia di 150 km. (fotografia OpenStreetMap dal sito internet INGV)