Durante un’intervista alla BBC, Thomas Bangalter ha parlato dei motivi per cui i Daft Punk, gruppo elettronico fondato insieme a Guy-Manuel de Homem-Christo, si sono sciolti.
Bangalter ha raccontato che con i Daft Punk “abbiamo cercato di usare queste macchine per esprimere qualcosa di estremamente commovente che una macchina non può sentire, ma che un essere umano può. Siamo sempre stati dalla parte dell’umanità e non dalla parte della tecnologia… Per quanto ami i robot, sono l’ultima cosa che vorrei essere nel mondo in cui viviamo, nel 2023″.
Ha poi continuato spiegando l’idea alla base del progetto musicale durato 28 anni: “Daft Punk è stato un progetto che ha offuscato il confine tra realtà e finzione con questi personaggi robotici. È stato un punto molto importante per me e Guy-Manuel non rovinare la narrazione in essere. Amo la tecnologia come strumento ma sono in qualche modo terrorizzato dalla natura del rapporto tra noi e le macchine. Ora che la storia è finita, è stato interessante rivelare parte del processo creativo, che è molto basato sull’essere umano e non su algoritmi di alcun tipo”.
Dopo lo scioglimento del duo, Bangalter ha continuato con la carriera da solista, dando alla luce un album, “Mythologies”, che arriverà nei negozi il 7 aprile. Il disco è molto lontano dai suoni elettronici dei Daft Punk: “Mi piaceva l’idea di scrivere musica che non fosse amplificata, che non richiedesse elettricità. Eravamo solo io e lo spartito”.
(foto: cover dell’ultimo album dei Daft Punk da Instagram)