L’orsa che era stata catturata e poi rilasciata dal Corpo forestale trentino è proprio JJ4, meglio conosciuta come Gaia, l’orsa che il 22 giugno aveva ferito padre e figlio dopo un incontro ravvicinato. La conferma arriva dai laboratori della Fondazione Edmund Mach (Fem), dove erano stati analizzati i campioni di tessuto prelevati dai forestali, come prevede la procedura dell’ordinanza della Provincia di Trento. I campioni combaciano perfettamente con quelli ritrovati sui vestiti di padre e figlio dopo il ferimento, questa operazione ha consentito di stabilire l’identità dell’animale e stabilire con certezza che gli impulsi del radiocollare provenienti dal Monte Peller appartenessero a JJ4.
Su Gaia pendeva la possibilità di abbattimento, ma il Tribunale amministrativo regionale di Trento ha sospeso il provvedimento della Provincia autonoma di Trento. Il Tribunale ha confermato il decreto cautelare urgente di sospensiva disposto dallo stesso Tar lo scorso 10 luglio, dopo il ricorso delle associazioni ambientaliste e animaliste.
Ora il destino dell’orsa sarà deciso una pronuncia del Tribunale amministrativo il prossimo 22 ottobre. Come riporta Skytg24, nella sospensiva si sottolinea che l’incidente del monte Peller “non è imputabile al comportamento problematico di un singolo orso, bensì ad un più ampio problema di gestione della convivenza con gli esseri umani”. Ricordiamo che Gaia è madre di tre cuccioli e probabilmente ha agito solo per difendere la sua prole, sentendosi minacciata dal comportamento di padre e figlio durante il loro incontro.
Foto: pagina Facebook di Lav