Il pomeriggio del 30 aprile a casa della famiglia Abbas, a Novellara (RE), si svolse una riunione durante la quale si discusse di come far sparire il cadavere di Saman, smembrandolo.
Il dettaglio emerge dalle dichiarazioni, durante l’incidente probatorio, del fratello più piccolo della ragazza, scomparsa proprio da quella sera e che si pensa sia stata uccisa dai familiari che non accettavano il suo essere diventata “troppo occidentale” e non accettavano il rifiuto di Saman di un matrimonio combinato in Pakistan. All’incontro di quella sera era presenta anche lo zio della ragazza, Danish Hasnain, considerato l’esecutore materiale del delitto, che però resta latitante insieme ad altri tre indagati: un cugino,e i due genitori della ragazza, tornati in Pakistan il primo maggio. Al momento l’unica persona finita in carcere è stato un secondo cugino di Saman, Ikram Ijaz, fermato in Francia lo scorso 21 maggio.
Intanto il cadavere di Saman, dopo due mesi di ricerche tra i campi e le serre del Reggiano ancora non è stato trovato, ma per gli inquirenti la ragazza sarebbe stata uccisa. La nuova testimonianza del fratello, che ha accusato lo zio Danish, non fa che confermare la tesi dell’omicidio.