PARMA (4-2-3-1) – 31 Suzuki; 26 Coulibaly, 15 Del Prato, 4 Balogh, 14 Valeri; 10 Bernabe Garcia (dal 39′ st 28 Mihaila), 27 Hernani (dal 10′ st 16 Keita); 98 Man (dal 1′ st 9 Charpentier), 19 Sohm, 22 Cancellieri (dal 10′ st 11 Almqvist); 13 Bonny (dal 39′ st 23 Camara). A disp. 1 Chichizola, 40 Corvi; 7 Benedyczak, 77 Di Chiara, 8 Estevez, 20 Hainaut, 61 Haj Mohamed, 46 Leoni, 5 Valenti. All. Fabio Pecchia
EMPOLI (3-5-2) – 23 Vasquez; 2 Goglichidze, 34 Ismajli, 21 Viti; 11 Gyasi, 10 Fazzini (dal 35′ st 32 Haas), 5 Grassi (dal 35′ st 93 Maleh), 8 Anjorin (dal 24′ st 6 Henderson), 3 Pezzella; 17 Solbakken (dal 43′ st 19 Ekong), 29 Colombo (dal 24′ st 9 Pellegri). A disp. 12 Seghetti, 98 Brancolini; 13 Cacace, 22 De Sciglio, 31 Tosto, 35 Marianucci; 7 Sambia, 16 Belardinelli; 90 Konate. All. Roberto D’Aversa
Arbitro: Sig. Federico La Penna di Roma (Giallatini-Colarossi – IV Uff.le Prontera | VAR Marini-Camplone)
Marcatori: al 35′ aut. 26 Coulibaly (P); al 35′ st 9 Charpentier (P); al 38′ st 13 Bonny fallisce un calcio di rigore (traversa).
Note: Angoli Parma 9 Empoli 3. Ammoniti: al 16′ 15 Del Prato (P), al 20′ 8 Anjorin (E); al 5′ st 27 Hernani (P), al 22′ st 34 Ismajli (E), al 26′ st 5 Grassi (E), al 37′ st 23 Vasquez (P), al 46′ st 4 Balogh (P), al 47′ st 9 Pellegri (E), al 49′ st 19 Sohm (P). Espulsi: nessuno. Recupero: 1′ pt – 4′ st. Spettatori: 20mila.
Non è facile andare in casa del Parma ad affrontare la squadra di Pecchia, perché gli emiliani sono un buon complesso, la classica matricola terribile. Una formazione quella parmense che ha raccolto molto meno di quanto in realtà avrebbe meritato per quanto ha saputo costruire in questo scorcio iniziale di stagione, e per il bel gioco espresso. I gialloblù avrebbero vinto anche in casa del Napoli se il loro portiere non avesse combinato il pasticcio, e invece quella partita a pochi minuti dalla fine l’hanno perfino persa. Punti persi in qua e là, un po’ per inesperienza un po’ per sfortuna: i tre legni di Como nell’1-1 del turno precedente, per esempio.
Insomma il Parma è una squadra di tutto rispetto, ma anche l’Empoli merita grandissimo rispetto. Il gruppo azzurro con coraggio e con la difesa incerottata accetta la sfida. C’è Goglichidze con il gomito fasciato, Ismajli con il setto nasale fratturato ed una vistosa ed anche fastidiosa mascherina (“non vedo, non vedo”, dirà due o tre volte durante la partita, ndr), Viti con un problemino fisico che si trascina da qualche giorno; l’infortunio muscolare di Esposito, uno dei più in forma del momento, poi è un classico “piove sul bagnato”. Per fortuna D’Aversa, anche lui con un vistoso problema (si è visto a Dazn nel dopogara, ndr), ha recuperato Maleh per il centrocampo e definitivamente anche Fazzini, che pare essersi messo alle spalle l’infortunio con l’Under 21; si rivede in panchina anche lo sfortunato Belardinelli, talento di grandi prospettive e Campione d’Italia con la Primavera di Asllani, Ekong, Fazzini e Baldanzi, tanto per fare qualche altro nome illustre, dove era elemento imprescindibile. A Parma per lui la panchina è un premio ed un nuovo punto di ripartenza, lo rivedremo speriamo tra qualche settimana bagnare l’esordio in Serie A, dopo un altro po’ di rodaggio negli allenamenti, perché ora “non è schierabile”, come ha ricordato alla vigilia il tecnico empolese.
“Non abbiamo vinto neanche oggi dopo essere andati in vantaggio – esordirà nel dopo gara Roberto D’Aversa, che parla vistosamente a fatica per questo problema che lo ha colpito in questi giorni. – Ma sono orgoglioso di come si allenano e si applicano questi ragazzi in settimana, è uno spettacolo assistere ai loro allenamenti. A loro, però, devo chiedere perché nel secondo tempo abbiamo un po’ smesso di giocare, – prosegue – e soprattutto perché quando subiamo il gol abbiamo quei due-tre minuti di sbandamento. Oggi poteva costarci caro… menomale che siamo stati un pizzico fortunati”.
LA PARTITA – Dopo una fase di studio durata una decina di minuti in cui il Parma si è costruito una prima palla gol (tiro di Bonny parata da Vasquez non senza qualche difficoltà, ndr), l’Empoli è salito in cattedra prendendo letteralmente le redini del gioco in mano. Su un campo appesantito dalle forti e copiose piogge che si sono abbattute sulla città ducale nell’ultima settimana gli azzurri hanno sciorinato un primo tempo pressoché perfetto in chiave difensiva, e un po’ più cattivo in fase offensiva. Gli azzurri si sono schierati con un compatto 3-5-2, con Solbakken chiamato a sostituire l’infortunato Esposito, e Colombo terminali offensivi, e con Gyasi e Pezzella a cui va il compito di dominare le rispettive fasce. Il gol del vantaggio empolese è pura poesia calcistica, e solo perché c’è il tocco di Coulibaly non finisce nel tabellino dei marcatori un nome dei “nostri”. La costruzione del gol dell’Empoli è di assoluta e pregevole fattura. Vi partecipano tutti i protagonisti dello schieramento di destra: da Goglichidze in interdizione, a Gyasi e Solbakken, Colombo che chiude la triangolazione tra il norvegese e Gyasi, con quest’ultimo che assiste al centro dell’area di rigore del Parma l’incursione vincente di Fazzini.
L’Empoli potrebbe anche arrotondare ma ancora c’è da migliorare la cattiveria sottoporta, il Parma invece si vede “solo” con Cancellieri: l’ex si inventa un’occasione calciando dal limite e colpendo un clamoroso incrocio dei pali. Sarebbe stata un’ingiustizia per l’Empoli non andare al riposo in vantaggio.
Tuttavia è un vantaggio piuttosto esiguo e che non da garanzie: Pecchia lo sa ed infatti prova a cambiare qualcosa già durante l’intervallo, con l’innesto di Charpentier al posto di Som per dare più peso al reparto d’attacco. Eppure è l’Empoli ad avere un’altra occasione per raddoppiare, ma l’ex Chelsea Anjorin sceglie forse la via più difficile e, su assist di Colombo, opta per il tiro da fuori senza dosando male potenza e precisione.
Dall’altra parte il Parma cambia ancora: Almqvist e Keita al posto di Cancellieri ed Hernani. Un doppio cambio che si nota perché intorno all’ora di gioco la formazione emiliana sembra alzare i ritmi ed anche il proprio baricentro, grazie soprattutto all’avanzamento del talentuoso spagnolo Bernabe più a ridosso delle punte. L’Empoli però si dimostra un muro difficile da valicare, chiude bene e riparte con Grassi che, rimasto orfano a centrocampo di Anjorin sostituito da Henderson, si erge a vero e proprio attore protagonista del centrocampo. I palloni e la partita degli azzurri passa dai piedi del numero cinque empolese, ex di turno tra l’altro: è Grassi il direttore d’orchestra, alza e abbassa il volume del match come se avesse una bacchetta in mano. A diciannove minuti dalla fine però La Penna si inventa una punizione contro e addirittura estrae il giallo per un fallo che, invece, è evidentemente subito semmai.
Sarà un caso ma da quel momento, con il giallo sul conto, il centrocampo dei toscani ha meno efficacia, così il Parma sembra penetrare meglio tra le maglie difensive. Vasquez neutralizza una punizione di Bernabe dal limite, poi D’Aversa prova a correggere qualcosa con gli ingressi di Haas e Maleh al posto proprio di Grassi e Fazzini (attanagliato dai crampi, ndr). Neanche il tempo di assestarsi che padroni di casa però colpiscono, ed è proprio Charpentier a trafiggere Vasquez con un tiro da centro area, leggermente sporcato da Viti che pochi istanti prima era salito in ritardo tenendo in gioco l’attaccante avversario.
L’Empoli sembra andare in corto-circuito e sessanta secondi dopo si ritrova sull’1-1 e con un calcio di rigore contro, con Bonny pronto a calciare dal dischetto. Sarebbe stato un conto da pagare troppo salato per l’Empoli, e così gli “dei del calcio” decidono che deve essere ancora una volta la traversa ad opporsi.
Il pareggio è probabilmente il risultato più giusto, per quanto visto nell’arco della partita, il punto che porta i toscani a quota undici è, invece, d’oro zecchino: sia per il rischio corso nel finale, sia per le numerose difficoltà con cui il gruppo empolese ha dovuto convivere per preparare questa insidiosa trasferta. Il problema semmai è che ora c’è pochissimo tempo per preparare le prossime partite: già mercoledì al Castellani arriva la corazzata Inter.
Fonte: gabrieleguastella.it