Il 51% delle quote in mano ai tifosi riuniti in un’associazione, il 49% a imprenditori-fondatori che, nelle intenzioni, daranno il via al progetto rilevando il club dall’attuale proprietario per poi conferire la maggioranza alla gente. E poi, ancora, un cda formato da 11 membri, di cui cinque nominati dagli imprenditori-fondatori e sei, tra i quali il presidente, dai tifosi-soci. Questo, in estremissima sintesi, è “Il Livorno siamo noi”, il progetto capeggiato da Andrea Locatelli volto, nelle intenzioni, a rilevare l’Unione Sportiva Livorno 1915, oggi nelle mani del finanziere brasiliano Joel Esciua. E nel corso della serata di presentazione dell’iniziativa al Goldoni, condotta da Gianni Tacchi, lo stesso Locatelli non ha mancato di pungere l’attuale patron amaranto, che aveva sostenuto di non essere mai stato contattato dalla controparte e di non aver ancora ricevuto alcuna offerta formale. Proposta d’acquisto che è stata avanzata proprio ieri, mercoledì 22 maggio, e fissata a 600mila euro, con la cifra depositata da un notaio già dal 20 maggio: “Un’offerta corretta e signorile”, ha detto Locatelli, che ha poi sottolineato come il progetto sia finalizzato soltanto all’acquisizione dell’Us Livorno 1915 escludendo ogni altra possibile soluzione alternativa.
“Sono orgoglioso di essere qui per poter presentare questo progetto – ha dichiarato Andrea Locatelli -. Sono molto legato a questa città perché ci sono nato. Non ci ho vissuto molto, ma spesso ci sono venuto e mi sento uno di voi. Ho un forte legame con la livornesità e sento un profondo legame con questi colori, anche per motivi familiari. Tutto ciò mi ha convinto a proporvi questo progetto, che secondo me proprio qua si può realizzare: Livorno, in tante circostanze, è stata infatti la prima e forse anche questa può essere un’occasione giusta. Il nostro progetto – ha sottolineato – è finalizzato soltanto all’acquisizione dell’Us Livorno 1915, non esistono soluzioni diverse o alternative”.
“Il senso di appartenenza è la risorsa maggiore di questa città e di questa piazza – ha aggiunto -. La modalità di fare calcio con il padre-padrone presenta oggi molte criticità e tiene lontane molte risorse dal calcio. Noi, invece, vogliamo provare a convogliare queste risorse in senso positivo. Il nostro modello è quello tedesco, in cui il 51% delle quote, per legge, appartiene ai tifosi. Il 49%, invece, apparterrà a imprenditori-fondatori che daranno il via al progetto rilevando il club dall’attuale proprietario. Ci sono già otto imprenditori che hanno dato la loro adesione, c’è una disponibilità già espressa per ulteriori otto e siamo in procinto di raccogliere ulteriori manifestazioni d’interesse”.
“Il cda – ha spiegato Locatelli – sarà formato da undici membri, di cui cinque nominati dagli imprenditori-fondatori e sei, tra cui il presidente, dai tifosi. Ci saranno inoltre vari comitati che si occuperanno di vari aspetti quali settore giovanile, eventi, rapporti con le istituzioni e altro ancora. Per quanto riguarda invece l’acquisto delle quote abbiamo pensato a tre livelli: 200 euro, con la cifra che sarà poi sensibilmente più bassa il secondo anno, 500 e 1000 euro. Queste, inoltre, consentiranno di usufruire di alcuni benefici, come ad esempio una riduzione sul costo dell’abbonamento”
“Non sono abituato a forme di spettacolarizzazione – ha poi proseguito -, ma quando mi sono sentito dire che non ho mai provato a stabilire un contatto con la controparte ho dovuto fare così (ha affermato mentre, in sottofondo, venivano mostrati screenshot di messaggi e chiamate ad Esciua senza risposta). Per stabilire un contatto bisogna essere in due. L’offerta (di 600mila euro e che avrà validità fino al 31 maggio, ndr) c’è già stata ed è più che dignitosa e signorile: ci siamo basati su un valore che era stato dato lo scorso anno dalla stessa società“.
“Quando si presentano dei progetti – ha infine spiegato Locatelli – il rischio è quello di essere dei romantici, esprimendo sogni anacronistici. Non è questo il caso: rischiamo di essere i primi su un argomento che è di interesse del parlamento intero. Non siamo fuori tempo, anzi: siamo nel tempo giusto per realizzarlo e per vantarci di essere stati i primi. La questione del marchio? È un tema delicato. Us Livorno 1915 è il nome di questa squadra da sempre e così deve restare. È un tema che abbiamo seguito, ma che riguarda il rapporto tra il club Magnozzi e l’attuale società. Speriamo – ha concluso – che questa vicenda possa concludersi nel rispetto delle posizioni e delle tradizioni”.
“Il progetto illustrato ed essere cercato da persone come Lucarelli e Protti mi ha spinto a dire sì – ha dichiarato il ds Paolo Giovannini, pronto ad entrare in società in caso di esito positivo dell’operazione Locatelli -. La sensazione su questa iniziativa è positivissima. Il tempo per me è importante, ma se c’è da aspettare venti giorni per arrivare qua e vincere a Livorno il mio quinto campionato in D posso aspettare. Qui conta arrivare soltanto primi ed avrò eventualmente un solo anno di contratto: nel caso in cui non vincessi sarebbe poi giusto che me ne torni a casa”.
Nel corso della serata non sono poi mancati altri interventi, a partire da quello, via video, di Igor Protti: “‘Il Livorno siamo noi’ è un coro che abbiamo sentito spesso ed è davvero così: i tifosi sono l’essenza del calcio. Se questo progetto dovesse andare a buon fine, ci sarà la mia presenza come azionista”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cristiano Lucarelli, salito direttamente sul palco: “Livorno è la città italiana per eccellenza in cui dare il via a questo progetto. Sono convinto che questo sarà un esempio che sarà seguito da molte altre squadre. Un eventuale no non sarà un no a Locatelli, ma sarà un no alla città di Livorno e ai tifosi del Livorno”.
Giudizio positivo anche da parte della curva Nord, rappresentata sul palco da Lenny Bottai e Massimiliano Frasca dopo l’intervento della storica tifosa Antonella Romanacci: “La curva non può che approvare un progetto come questo: è una grande sfida, ma a Livorno amiamo le sfide. Speriamo che chi ha preso il Livorno attuando la distruzione del legame tra i tifosi e il calcio possa lasciare: sottolineiamo che non è che alla curva non andavano bene alcune del presidente, era al presidente che non andavano bene alcune cose della curva, è diverso. E ora è giunto il momento che venga gentilmente accompagnato alla porta”.